Personalità religiose cristiane, ebree, musulmane, insieme a diplomatici, studiosi e analisti si incontreranno a Roma mercoledì 19 febbraio su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio e di “Missio” per un confronto sul tema “Le religioni e la violenza”. Gli scenari cui faranno riferimento i partecipanti al convegno sono molteplici: la Siria e il Medio Oriente, la zona indo-pakistana, l’Iran e l’Iraq, l’Africa dei contrasti etnici e delle grandi migrazioni, i paesi delle “primavere arabe” che vivono una complicata e non sempre lineare transizione verso la democrazia.
Alcuni dei partecipanti hanno già preso parte a Roma all’Incontro internazionale per la pace sul tema “Il coraggio della speranza”, organizzato da Sant’Egidio nello scorso autunno. In quella occasione, Papa Francesco ha ricordato loro che “non può esservi alcuna giustificazione religiosa alla violenza, in qualsiasi modo essa si manifesti”. E il fondatore Andrea Riccardi aveva definito il terrorismo religioso un “uso blasfemo del nome di Dio”.
Nell’incontro di mercoledì il tema verrà affrontato in quattro intense sessioni di lavoro, con riferimento alle ragioni della pace davanti alla violenza, al ruolo delle religioni, alle testimonianze di pace in un mondo violento, alla globalizzazione come cornice di un’alternativa di pace alla violenza. Tra i partecipanti, insieme a Riccardi e al presidente Marco Impagliazzo, anche il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, Muhammad Khalid Masud, membro della Corte suprema del Pakistan, Gholamali Khoshroo, Consigliere speciale del presidente iraniano Khatami.
Presenti inoltre: mons. Dionisius Jean Kawak, arcivescovo siro-ortodosso di Siria; mons. Benjamin Argak Kwashi, arcivescovo anglicano di Jos in Nigeria; Jerry White, diplomatico del Dipartimento di Stato americano; Tarek Mitri, capo della missione Onu in Libia; Abbas Shuman, vicepresidente dell’università di Al-Azhar al Cairo.