Fino a tre anni fa, Damasco era una città che non dormiva mai. Da quando è iniziata la guerra nella primavera 2011, la si può definire invece un luogo cupo. I locali e i ristoranti chiudono presto; la gente, durante il giorno, corre da una parte all'altra, si affretta a finire il lavoro, uscire da scuola, terminare l'università, fare le commissioni e rientrare al più presto a casa.

La vita in qualche modo continua, anche se è forte la paura di incappare all'improvviso in un attentato terroristico o anche in un semplice colpo di mortaio lanciato dai ribelli sulle zone residenziali. Se si è fortunati, però, camminando per strada ci si potrebbe trovare coinvolto in una cosa davvero inaspettata: uno spettacolo musicale dei Mashru Wamda, «Progetto Scintilla».

E' questo il nome del gruppo formato da giovani attori, cantanti e musicisti, che si danno appuntamento per strada, e, senza teatri e palchi, cantano e suonano insieme: il loro è un messaggio d’amore e di gioia, e vogliono urlare al mondo intero la volontà di continuare a vivere malgrado la sofferenza e il dolore.  

Le loro esibizioni sono una sorta di flash mob, un momento musicale e teatrale interattivo, che coglie all’improvviso i passanti, ignari e sorpresi da questi artisti che spuntano dal nulla, circondano la gente e iniziano a cantare (clicca qui per visionare il video di una delle esibizioni). Tante persone continuano per la loro strada, ma la maggior parte si ferma, resta in silenzio, guarda, partecipa, si commuove e canta, non riuscendo a trattenere le lacrime.  

"È come se la vita quotidiana dei siriani fosse scandita da mille bagliori di luce, tra la vita e la morte, tra un'esplosione e un attentato, tra parenti scomparsi e fratelli sfollati, missili e colpi di mortaio. Queste luci, come scintille, ruotano nella testa di ogni cittadino", afferma Nagham Naiseh, attrice dell’accademia di arte drammatica, e ideatrice del progetto, raggiunta telefonicamente a Damasco.  

Da sempre Nagham è impegnata nel sociale e nel volontariato, ed è proprio in un centro per i malati di talassemia che è nato questo progetto, dopo che il laboratorio teatrale doveva essere interrotto e la salute di tanti partecipanti continuava ad aggravarsi per mancanza di medicine e cure, insieme alle condizioni del Paese. Questa dolorosa esperienza, ha spinto la giovane artista a cercare un modo per dare speranza ai civili innocenti e bisognosi, sfidando la sofferenza e la morte. "All'inizio il primo impatto è stato: ma siete pazzi dove volete andare? Le reazioni della gente sono state invece straordinari", dice l'attrice.  

Il fattore sorpresa è essenziale, sopratutto per i siriani che, anche se appassionati di canto e musica, non sono abituati a queste esibizioni pubbliche. In ogni caso non si tratta di un’improvvisazione: dietro ogni spettacolo, ci sono prove e tanto esercizio. I due musicisti Ary Sarhan e Khaled Rizk preparano insieme i brani, mentre Nagham cura la messa in scena e la regia, ed ottiene i dovuti permessi per la sicurezza.

I brani scelti, della tradizione siriana, sono spesso molto conosciuti, toccanti e coinvolgenti, così chi ascolta può facilmente identificarsi e partecipare. Nel giorno stabilito, un giovane inizia a cantare in una strada affollata, una ragazza si affaccia da un balcone e replica cantando anche lei, la gente inizia a reagire, alcuni passanti fanno il coro, qualcuno canta e altri partecipano alla danza.  

Il vero obiettivo del progetto no profit e non finanziato da nessun ente, è rompere la monotonia della vita quotidiana dei siriani che ormai camminano storditi, pensando che in ogni momento potrebbero essere colpiti da un colpo di mortaio; invece restano sorpresi dalla musica che instilla una scintilla di speranza, e per dieci minuti possono dimenticare tutto e gioire.  

"Noi non siamo un gruppo politico - sottolinea la regista del progetto - ma messaggeri di riconciliazione e pace, e la morte di qualsiasi siriano è una tragedia per l’intero Paese; questo progetto è creato per risvegliare l’umanità che è dentro ogni siriano". Mashru Wamda vuole in qualche modo aiutare la gente a metabolizzare la sofferenza per la distruzione del Paese ed esorcizzare una guerra che sembra interminabile, sperando in un futuro migliore. Tutto accade in un attimo - l’attentato, l'esplosione, la morte -, ma è anche in un attimo che la forza della musica sopprime l’urlo della morte e della violenza, fa tacere il rumore delle armi e fa vincere la vita.