Da fine gennaio è disponibile sul sito dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (www.agcom.it) il libro bianco sul rapporto Media e Minori realizzato da questa Authority in collaborazione con il Censis. Lo studio, portato avanti da un gruppo di lavoro congiunto di sedici esperti (quattro uomini e dodici donne), è suddiviso in cinque parti.
La prima analizza e sintetizza la letteratura scientifica nazionale e internazionale sul tema relativo al rapporto tra media e minori. La seconda espone i dati di una indagine sulla fruizione dei contenuti audiovisivi da parte di bambini e ragazzi tramite interviste ad un campione di genitori di minori tra i 4 ed i 13 anni e ad un gruppo di adolescenti tra i 14 ed i 17. La terza parte analizza l’offerta televisiva attraverso un esame della struttura e dei palinsesti. La quarta, più tipicamente giuridica, offre una rassegna dell’attività di regolazione a tutela dei minori in questo campo. La quinta parte, infine, sviluppa una indagine sull’uso dei nuovi media ad opera di adolescenti e minori.
Questa pubblicazione (circa cinquecento pagine, ricca di riferimenti bibliografici, grafici e tabelle aggiuntive) si pone all’attenzione perché vuole essere sia un punto di partenza per una riflessione sull’impianto legislativo complessivo e conseguentemente sanzionatorio e sia per uno sguardo sullo scenario di cambiamento in quella che il Censis ha chiamato “l’era biomediatica” (1); tutto questo supportato anche da materiale inedito come i dati di ascolto per fasce di età relativamente recenti (2010).
Come scrive Cardani, presidente dell’AGCOM, nella presentazione del volume: “L’auspicio è quello che questo strumento contribuisca ad accrescere la consapevolezza delle questioni rilevanti in materia di tutela dei minori nel passaggio al nuovo ambiente tecnologico e digitale”. Integrato dalla riflessione di De Rita, presidente CENSIS, nella introduzione: “E’ arrivato il tempo di far crescere la coscienza collettiva per produrre un esercizio dei media, più intenzionale e strategico, calibrato su quello che accadrà tra qualche anno”.
Prendendo spunto da queste due affermazioni che guardano al futuro dei media, tra i tanti dati messi a disposizione ne recuperiamo uno che ci sembra sintetizzare al meglio quanto affermato poco sopra. Si riferisce “all’influenza dell’uso dei mass media, nel loro complesso, su alcuni aspetti della vita degli adolescenti” (2). Pur in una omogeneità di comportamenti tra maschi e femmine ne evidenziamo di seguito le differenze.
Le femmine registrano percentuali superiori rispetto ai maschi per queste motivazioni: incontrare persone diverse (29,7 vs 27,9); risparmiare tempo (28,5 vs 26,2); evadere da una realtà noiosa (18,6 vs 17,8); incontrare persone che come te cercano emozioni (8,2 vs 4,7); vivere molte vite (6,0 vs 3,1); avere la sensazione di esistere (4,3 vs 2,5).
I maschi, invece, presentano percentuali superiori alle femmine per queste motivazioni: parlare dei tuoi problemi per superarli (11,7 vs 9,2); essere più estroverso e sicuro (7,9 vs 6,3); farti conoscere, essere ammirato e ricercato (7,5 vs 6,2); trasgredire senza troppi rischi (2,8 vs 1,9) ed un generico “Non saprei” (23,9 vs 22,4).
Consapevoli della complessità del tema, lo sforzo di queste due istituzioni si è rivolto principalmente agli addetti ai lavori, agli educatori ed alla classe docente in generale, soprattutto per poterne decodificare le tante informazioni presenti e farle diventare oggetto di una discussione, innanzitutto, nelle famiglie e nelle scuole. Compito non semplice perché, come è ormai noto, i tempi della legislazione sono molto più lenti di quelli dell’innovazione e spetta principalmente alle future classi dirigenti trovare la giusta sintesi tra questi due percorsi spesso divergenti.
Confidando che, nel frattempo, si riduca la percentuale di quel “Non saprei”, segnalato da quasi un quarto degli adolescenti e vero indicatore di una difficoltà a comprendere rischi e potenzialità dei mass media, pur essendovi continuativamente immersi.
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NOTE
1) Per approfondimenti sul tema possono essere consultati gli articoli pubblicati su ZENIT l’8 ottobre 2012 “I Media siamo noi” ed il 17 novembre 2013 intitolato “Internet, i social network ed i valori degli italiani nel 2013 “.
2) I dati sono espressi in percentuale ed il totale è superiore a 100 perché erano possibili più risposte. Ripreso da una indagine del Censis 2011.