Mi accompagnano come un assillo felice, le parole di Giovanni della croce: “Caèr en la cuenta” che nel contesto del suo Cantico significano “prendere coscienza con stupore” – “accorgersi finalmente, trasalendo di gioia”.
Di che cosa? Per che cosa? Lo scrittore mistico allude all’arrivo d’un momento magico, straordinario della vita…in cui ti si aprono gli occhi di fonte all’Innamorato e cambi rotta.
Su quest’onda ti dono queste righe che riferisco ad una sposa:
“Vivevo sempre con il terrore delle critiche, dei giudizi degli altri; condizionata dalla maggiore o minore stima di chi mi viveva accanto…Ma
da quando mi hai sposata,
da quando so e sperimento che io per te sono il massimo,
da quando vedo che in me e da me trovi e ricevi il meglio che ti possa aspettare,
da quando m’accorgo che il mio modo di fare e di parlare ti incantano,
da quando godo il tuo perseverare a non vedere i miei difetti,
da quando ti odo addirittura interpretare positivamente i miei errori,
da quando noto che non ti mostri offeso dalle mie invettive,
da quando ti vedo addirittura contento di potermi perdonare…
Per concludere il finale del crescendo delle “paradisiache sorprese”, stavo per pronunciare queste parole: “Vivo con gioia la concreta sorpresa di avere accanto un marito innamorato vero, come da sempre sognato”…
Ma il mio sposo mi interrompe per sorprendermi così: “questo mio amore per te, è soltanto l’ombra dell’Amore di Dio per te e per me”.
Ciao da p. Andrea
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