Oggi 8 febbraio a Budapest è stata presentata l’edizione ungherese di “Perché la Chiesa?”, testo centrale nella vita del movimento di Comunione e Liberazione, tradotto in nove lingue – inglese, francese, portoghese, brasiliano, spagnolo, polacco, russo, lituano, ceco – e diffuso in 25 Paesi.
Si tratta del terzo volume del PerCorso proposto da don Giussani, che comincia con il “senso religioso”, dove a tema sono le esigenze più profonde dell’uomo e le domande che inevitabilmente ognuno porta con sè, e continua poi col mettere a fuoco il fatto cristiano secondo la modalità che Dio ha scelto per porsi nella storia.
L’ultimo libro della trilogia guarda invece all’avvenimento Chiesa. La parola “Chiesa” scrive Giussani “indica un fenomeno storico il cui unico significato consiste nell’essere per l’uomo la possibilità di raggiungere la certezza su Cristo”.
Come può un uomo che nasce 2000 anni dopo la venuta di Cristo sulla terra fare la stessa esperienza di quei primi dodici che lo seguirono?
Gesù ancora oggi raggiunge l’uomo attraverso una realtà che si vede, si sente, si tocca: la compagnia dei credenti in Lui. Ecco dunque perché la Chiesa.
Un libro importante, soprattutto in un momento in cui il Papa per primo invita la Chiesa a “ripensare” se stessa, a non essere autoreferenziale, ad uscire, andare verso le periferie seguendo l’esempio di Gesù.
Mentre la Chiesa viene spesso fraintesa, ridotta, da cattolici e non, a ONG o associazione, il libro di Giussani richiama l’attenzione su ciò che realmente essa è ed è chiamata ad essere: la presenza carnale di Cristo ora.
Compito impegnativo in cui però non è sola: “Non si può parlare della Chiesa senza guardare alla donna da cui essa è nata e continuamente nasce, Maria, madre di Cristo”.
Continua don Giussani: Maria “È stata scelta perché fosse la prima casa di Dio”.
Solo prendendo ad esempio il suo “sì”, la Chiesa può divenire luogo dove Dio anche oggi si fa carne.
La presentazione del testo ha visto la partecipazione del primate d’Ungheria e arcivescovo di Strigonio-Budapest, cardinal Péter Erdő, e di Carmine di Martino, professore di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Milano.
Precedentemente è stata celebrata la messa dallo stesso cardinal Erdő nella chiesa di Mattia, presso il castello di Buda,
La celebrazione eucaristica è stata occasione per i nove anni dalla morte di don Giussani e per i trentadue dal riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, due importanti anniversari che nel prossimo mese verranno ricordati in molte altre città italiane e del mondo.
A Roma la messa verrà celebrata lunedì 24 febbraio presso l’Arcibasilica Papale di San Giovanni in Laterano dal presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, cardinal Stanisław Ryłko, mentre a Milano sarà l’arcivescovo cardinale Angelo Scola a presiedere la celebrazione eucaristica di martedì 11 febbraio, così come molte altre saranno le comunità che in quest’occasione si riuniranno attorno al proprio vescovo.