“Non siamo conigli!” è il titolo di un libro pubblicato nella Collana di Spiritualità dell’editrice veronese Fede&Cultura con sottotitolo “Perché dobbiamo riscoprire le ragioni della fede e l’orgoglio di essere cattolici”.
In molti aspettavano che venissro pubblicati i “pizzini” di Don Luigi Tedoldi, detto Gino.
La pubblicazione è stata fortemente voluta da Fede&Cultura, e soprattutto da quei fedeli che pur non essendo parrocchiani di Don Gino non vedevano l’ora di entrare in possesso delle sue riflessioni.
Don Gino Tedoldi è un sacerdote del clero di Roma, parroco a Setteville di Guidonia dal 1996, dove è arrivato dopo essere stato Rettore del Seminario Diocesano “Redemptoris Mater” di Newark, nel New Jersey (USA).
Un sacerdote innamorato della sua Chiesa, ama la sua parrocchia e soprattutto è appassionato di Cristo.
Nato nel 1946, è stato ordinato nel 1989. Una “vocazione adulta” arrivata dopo una profonda conversione.
Uomo colto e brillante, laureato in lettere antiche, ex docente, amato dai suoi studenti per il modo di insegnare, capace di trasmettere la cultura in modo semplice e chiaro. Le sue lezioni aprono la mente.
Si è laureato in Sacra Teologia alla Pontificia Università Gregoriana ottenendo il summa cum laude e bacio in fronte.
Di intelligenza vivace e natura critica, la sua predicazione prende vita dalla costante preghiera e dallo scrutare la parola di Dio.
Prepara le omelie in greco, la sua “traduzione” in italiano riesce a comunicare la fede viva che rinnova la comprensione dei testi biblici.
E’ dotato di una grande capacità di comunicare. Il cardinal Paul Josef Cordes ha detto che “non ha mai sentito fare un’omelia come la fa don Gino!”.
Lo stile delle sue prediche attira i fedeli, li sfida, li fa discutere.
Grande interesse per i suoi scritti. Omelie da portare a casa che don Gino ha preparato anni fa per i suoi parrocchiani.
“Da 15 anni ogni giovedì di Quaresima – ha scritto don Gino – nella mia parrocchia offro catechesi a tutto il popolo, una minuscola comunità di gente semplicissima. Da anni parlo e scrivo soltanto per loro, rivolgendomi a loro, preoccupandomi di loro.”
Gli scritti di don Gino non hanno carattere scientifico, non dispongono di una bibliografia, né citazioni o rimandi, né un carattere di sistematicità.
“Si tratta di colloqui – ha spiegato -, legati ad un preciso ambiente e ad un ancor più preciso uditorio”, non pensati per una pubblicazione.
L’editore li ha messi in ordine alfabetico, e li ha pubblicati.
Sono discorsi apologetici che a partire dalla Parola di Dio o dai fatti di attualità arrivano con un linguaggio forte e chiaro che invita i cattolici a svegliarsi dal torpore e riscoprire il valore di una fede adulta e forte. L’apologetica è una verità senza sconti.
Alla domanda: “Come sono nate queste pagine?” Don Gino ha precisato: per “offrire saldamente le ragioni della fede a una popolazione devota, buona, ma poco formata nella dottrina”.
“Il pastore – scrive ancora don Gino citando il vangelo – deve difendere il proprio gregge da lupi e furfanti”, che oggi sono “il relativismo…, il soggettivismo… l’individualismo egoistico, …l’ideologia”.
Così don Gino ha cominciato a scrivere dei “foglietti” con la dottrina della Chiesa, con un poco di storia, note sulla Scrittura, la figura di un Santo. Ha cominciato con i Comandamenti, poi con i Sacramenti, gli articoli del Credo, il commento a pagine dell’Antico e del Nuovo testamento, le feste cristiane, i nostri Santi, la nostra storia.
“Basta, per favore – continua don Gino -, con i cattolici intimoriti della cosiddetta cultura ufficiale. Essa è in troppi casi propaganda, e neanche tanto intelligente.”
Si tratta di promuovere l’orgoglio cattolico?
“Questo è uno degli scopi di questi fogli” – ha sostenuto don Gino – “suscitare in voi un legittimo orgoglio di essere cattolici, sempre pronti- come ci esorta S. Pietro- a dare ragione della speranza che è in noi e ad annunciare Cristo: che ascoltino o non ascoltino, quando è opportuno e quando non lo è.”
“Una fede forte – afferma don Gino – è sempre motivata. Dunque necessita di una ragione forte”.
Secondo don Gino, per fare spazio alla fede “occorre estirpare dal terreno che siamo noi, l’ignoranza, il pregiudizio, l’equivoco, lo scambiare una cosa per l’altra; la fede è grazia, ma è una vita anche sentita e, soprattutto, pensata”..
“Noi cattolici le idee le abbiamo, e belle forti – afferma Don Gino – e la fede rafforzata quando è supportata da formidabili argomenti di ragione. Sicché non vedo perché si debba essere conigli”.
Ecco spiegato il titolo!