I padri Legionari hanno sentito la necessità di pronunciarsi circa gli avvenimenti significativi degli ultimi nove anni, per “definire, in modo conclusivo, la posizione della congregazione rispetto ai comportamenti di padre Marcial Maciel e al suo ruolo di fondatore” e “offrire alcune riflessioni sui punti più importanti del processo di rinnovamento della congregazione”.
Nel riconoscere il male compiuto dal fondatore, i padri Legionari hanno invocato la Misericordia e la Provvidenza di Dio, sperando di poter redimere la dolorosa storia e “vincere con il bene le conseguenze del male”.
Per “i comportamenti gravissimi e oggettivamente immorali di Maciel” il Capitolo chiede perdono ed esprime solidarietà per tutte le vittime di tali comportamenti.
“A tutti quei nostri fratelli, religiosi e sacerdoti, che durante questo periodo hanno abbandonato la congregazione – è scritto nel comunicato – vogliamo esprimere il nostro dispiacere per non averli più tra noi. Chiediamo loro sinceramente perdono se non li abbiamo ascoltati e accompagnati in modo evangelico e vorremo mantenere l’amicizia e il dialogo fraterno”.
I padri Legionari intendono “chiedere perdono e rinnovare lo sforzo di riconciliazione a tutti coloro che, in una forma o nell’altra, sono stati feriti dai tristi eventi di questi anni”.
Il comunicato spiega che “a causa di questi fatti e di queste circostanze”, la congregazione dei legionari di Cristo avrebbe potuto dissolversi se “non ci avessero accompagnati la misericordia di Dio e la sollecitudine materna della Chiesa, manifestata attraverso i fermi interventi di Sua Santità Benedetto XVI”.
Il Papa infatti considerò che “la Legione di Cristo, in termini generali, era una comunità sana, ma che erano necessarie delle modifiche”.
In questi tre anni di doloroso e proficuo discernimento, i padri Legionari hanno maturato la coscienza che “una congregazione religiosa e i suoi tratti essenziali non hanno origine nella persona del fondatore; sono un dono di Dio che la Chiesa accoglie e approva e che poi, vive nell’istituto e nei suoi membri”.
I Padri hanno sottolineato: “non possiamo perdere di vista che la vocazione, nata dalla chiamata di Cristo e animata dall’ideale di dar testimonianza del suo amore nel mondo, è un autentico dono di Dio, una ricchezza per la Chiesa, il fondamento indistruttibile sul quale costruire il futuro personale e quello della Legione”.
Nell’ambito dei rinnovamento che esige “non solamente un cambio dei testi legislativi, ma anche una conversione continua della mente e del cuore” i padri hanno rilevato alcune tendenze che hanno offuscato la comprensione del vero carisma, e cioè “la mancanza di un maggior inserimento nella Chiesa locale e un’insistenza eccessiva nell’uso delle proprie forze, nel concetto di efficacia, nella ricerca prestigio esterno e nel compimento di norme minuziose”.
Proficua la riflessione congiunta con i laici, gli uomini e le donne consacrati nel Regnum Christi. “Insieme a loro – hanno scritto i padri – abbiamo iniziato una riflessione congiunta sul ruolo di ciascun ramo del Movimento, sul nostro carisma comune e sul modo di portare avanti il nostro apostolato”.
“I numerosi laici del Regnum Christi – precisa il comunicato – sono una parte bellissima della nostra realtà ecclesiale e vogliamo fomentare ancora di più la comunione con loro e sostenerla attraverso il nostro ministero sacerdotale”.
Ringraziamenti sentiti sono andati in modo particolare, a quei sacerdoti anziani che “durante tanti anni hanno dato un esempio di autenticità e di donazione nella missione”.
In considerazione di come si è comportata la Legione di Cristo in questi anni così difficili, i padri sono arrivati alla conclusione che “il cammino di un rinnovamento autentico e profondo, confermato da Papa Francesco, è progredito, ma non è concluso” e “i successi di questi anni segneranno l’identità e la vita della congregazione”.
Nelle prossime settimane, il Capitolo Generale concluderà la revisione delle costituzioni al fine di sottoporle all’approvazione della Santa Sede.
Verranno stabilite priorità e orientamenti per procedere con rinnovata speranza lungo il cammino che la Chiesa ha indicato, sotto l’attenzione premurosa delle competenti autorità.