Il Vangelo accenna, spesso ed esplicitamente, alla immane lotta tra Gesù e lo Spirito del male. Numerosi sono i passi del Nuovo Testamento che espressamente attestano questo terribile scontro, ingaggiato tra la Luce e le tenebre, tra l’Altissimo e “il Principe del mondo”. Fin dall’inizio, questi scatena tutta la sua perversa audacia e la sua capacità distruttiva per impedire o almeno ostacolare i progetti di Dio. Istigherà Erode, riempiendo il suo cuore di sospetto, di gelosia e di furore omicida. Avrà la sfacciataggine di tentare il Signore stesso nel deserto; ne proverà la incrollabile adesione alla Volontà del Padre con la lusinga di facili guadagni, di onori, di regni e di ricompense terrene. Fino all’ultimo, cercherà di distoglierlo dalla sua Missione di salvezza, parlando per bocca dei suoi crocifissori: “Se tu sei il Figlio di Dio, scendi dalla Croce e ti crederemo!”.
Un episodio, tra i tanti, merita una considerazione particolare. Lo racconta l’evangelista Marco -sempre essenziale, ma anche estremamente vivace e attento nelle sue descrizioni- parlando di un povero posseduto, che viveva tra le tombe e che passava i giorni e le notti gridando e percuotendosi con pietre. Interpellato e minacciato da Gesù, il diavolo è costretto a rivelare la sua identità: si tratta addirittura di “una Legione”, che ha preso possesso di quel povero malcapitato. Conosciamo il seguito drammatico della vicenda, la liberazione dell’ossesso e la misera fine, tra i flutti del mare, di un intero branco di porci, nei quali i demòni vengono cacciati dal Signore.
L’indemoniato vaga tra i sepolcri: il suo “habitat” è il Regno dei morti. Satana vive nell’ombra, la predilige: è sovrano assoluto del buio e delle tenebre, che invadono non solo la terra, ma ancor più il cuore dell’uomo. Il suo è un esercito di cadaveri, le sue Legioni seminano lutto, desolazione e rovina. La sua opera consiste essenzialmente nel distruggere la Vita, nel soffocarla, accanendosi contro tutto ciò che di buono proviene dalle mani di Dio. Così è stato fin dalle origini, da quel primo inganno, nel Giardino dell’Eden, perpetrato ai danni dei nostri progenitori, indotti al sospetto e alla disobbedienza nei confronti del loro stesso Creatore. Il Male opera nelle anime, togliendo loro la luce della Grazia, il respiro e la pace del cuore. Quanto si è esteso il suo potere, in questi anni! Quanto si sono diffuse e vanno ramificandosi la devastazione delle coscienze e l’annebbiamento del pensiero!
Ripassare in rassegna la triste litania delle “vittorie sociali” degli ultimi decenni significa riproporre il quadro assurdo di una società che va divorando i suoi figli, che li uccide o li manipola, ancora prima di vederli venire alla luce; che li intossica con i suoi miti e le sue illusioni, ormai tristemente e stancamente noti: il sesso, le sostanze stupefacenti, il denaro, il potere; che inneggia alla libertà dei costumi e alla espressione disinibita dei propri sentimenti e delle proprie pulsioni, provocando le catastrofi che ben sappiamo; che ha preso di mira la famiglia, per assestarle il colpo di grazia definitivo, proponendo -in alternativa a modelli considerati sbrigativamente ormai superati e stantii- nuove inverosimili e fantasiose forme di “unione”, nel nome di una ideologia malsana, che meriterebbe più ironia che disprezzo.
Non basta l’opera di qualche esorcista, ormai, che ricacci via lo spirito immondo dal cuore di qualche sfortunato posseduto: occorre rifare alla radice l’uomo, ripartendo da ciò che è essenziale e innalzando un baluardo inaccessibile e impenetrabile contro gli assalti furibondi del nemico. Solo prendendo coscienza del Male e dei suoi risvolti si possono mettere in atto i rimedi necessari. L’unica vera e feconda risposta, a questa valanga di fango e di errore, è ancora una volta l’Amore.
Il “Popolo della Vita”, che crede fermamente nella Vita, che la stima, la rispetta, la sostiene e la custodisce, e ne intuisce il valore infinito, non è disposto a cedere di un passo, perché ama la vita – propria e di tutti, anche di coloro che deliberatamente la distruggono, la calpestano e la umiliano – e vuole difenderla a ogni costo. Perché è la Vita il vero Patrimonio della Umanità, il prezioso tesoro che con trepidazione Dio affida, ancora una volta, all’Uomo, soprattutto nella persona dei più piccoli, nei bambini, nei malati, negli anziani, negli indifesi.
Questo dilagare del Regno della morte è, in realtà, una grande provocazione per noi – che siamo porzione, pur minuscola e povera, del vasto “Popolo della Vita” – ed esige una incessante risposta, colma di autenticità e di vero spirito di conversione. Alle macabre “liturgie della morte” deve corrispondere la gioiosa espressione del nostro incontenibile amore, per il Signore e per i nostri fratelli.Abbiamo, in questo, una Madre, che ci insegna a non arrenderci mai. Perché è Lei la prima, inestimabile e impagabile custode della Vita.
* Tratto dalla Rivista “Maria di Fatima”, mensile del Movimento “Famiglia del Cuore Immacolato di Maria”