I casi di abusi sessuali su minori da parte del clero sono un argomento che crea forte preoccupazione all’interno della Chiesa. Rigoroso il lavoro iniziato da Benedetto XVI per prevenire e guarire le ferite lasciate da questi scandali, raccolto ora con grande impegno da Papa Francesco. Per comprendere meglio alcuni aspetti di questo problema, ZENIT ha intervistato monsignor Celso Morga Iruzubieta, arcivescovo spagnolo, nominato nel 2010 da Ratzinger segretario della Congregazione per il Clero dal Benedetto XVI, dicastero in cui lavora dal 1987 prima come capo sezione e poi come vice segretario.
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Una delegazione vaticana a Ginevra ha recentemente presentato alla Convenzione sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite una relazione sulle misure adottate dalla Santa Sede per condannare e prevenire casi di abuso sessuale e di proteggere i bambini. Quali sono, secondo lei, gli aspetti da evidenziare in questo rapporto?
Mons. Morga: In questo rapporto bisogna sottolineare il sincero desiderio della Santa Sede di affrontare con serietà e chiarezza questo gravissimo problema e di andare incontro alle vittime, compensando, per quanto sia umanamente possibile, alla loro sofferenza innocente. Tutta la Chiesa è ben consapevole che deve proteggere – e, ove necessario, mediante anche un’azione penale – il benessere dei bambini e delle famiglie. Questi abusi vanno direttamente nella direzione opposta alla missione che la Chiesa ha ricevuto dal Signore e, pertanto, non si può permettere che, in una missione ecclesiale, soprattutto sacerdotale, avvengano tali abusi .
Secondo le statistiche ufficiali, tra il 2011 e il 2012, sono stati 387 i sacerdoti che hanno perso lo stato clericale a causa di accuse di abusi, grazie alla legislazione spinta da Benedetto XVI. Quale lettura possiamo dare di questi dati?
Mons. Morga: La lettura che possiamo dare è quella del dolore e della vergogna . Allo stesso tempo, questa statistica dovrebbe spingerci ad utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione , in modo che non si ripetano questi casi in futuro.
Cosa succede a questi sacerdoti, dopo che perdono lo stato clericale?
Mons. Morga: Si cerca di aiutarli ad acquisire un lavoro civile decente, nella misura in cui questo è possibile. La Chiesa è madre e lo deve essere sempre con tutti. Pertanto, se necessario, si cercare di dare il più possibile una mano a chi, a causa di una pena canonica, è stato dimesso dallo stato clericale.
Nella Congregazione per il Clero come si sta affrontando tale problematica?
Mons. Morga: Devo precisare che il nostro Dicastero non è il competente ad imporre la pena della dimissione dallo stato clericale a causa di un abuso sessuale. La competenza è della Congregazione per la Dottrina della Fede, trattandosi di delicta graviora. Tuttavia, in caso di competenza della Congregazione per il Clero, si agisce come detto sopra. Invitiamo i Vescovi a supportare questi sacerdoti fino a che possano trovare un lavoro dignitoso e civile e, in caso di reale necessità, a provvedere alle loro esigenze nel modo migliore .
Molti dicono che la rimozione del voto di celibato dei preti potrebbe essere una soluzione al problema degli abusi. Cosa pensa di questo ?
Mons. Morga: Non penso che sia così. Le statistiche delle Nazioni Unite (Organizzazione Mondiale della Sanità), pubblicate nel 2006 su questo tema, hanno evidenziato che 150 milioni di bambine e 73 milioni di ragazzi sotto i 18 anni sono stati costretti dagli adulti ad avere rapporti sessuali o hanno subito altre forme di violenza che coinvolgono il contatto fisico. La protezione dei bambini di oggi dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni per la società in generale, visto il deterioramento dei valori morali fondamentali ormai evidente.
Francesco ha proseguito il percorso iniziato da Benedetto XVI per proteggere i minori e ha istituito una commissione di esperti per combattere gli abusi sessuali da parte del Clero e assistere le vittime. Quali misure prende la Chiesa per prevenire questi crimini all’interno della istituzione?
Mons. Morga: Papa Francesco, come prima di lui Papa Benedetto XVI, sta promuovendo fortemente tali misure di protezione per i bambini . Non ultima, la costituzione di una commissione di esperti a cui abbiamo già accennato. Inoltre, la Sede Apostolica, come organo centrale della Chiesa cattolica, ha pubblicato i documenti per guidare le Chiese particolari e gli ordini religiosi in modo che, a loro volta, possano stabilire delle misure efficaci in questo ambito. Quasi tutte le Conferenze Episcopali hanno preso la questione molto sul serio e hanno pubblicato misure giuridiche e di sorveglianza per evitare qualsiasi abuso e affrontare tempestivamente ed efficacemente i casi, in conformità con la legge civile di ogni paese. Ad esempio, la Chiesa cattolica negli Stati Uniti ha emesso una Carta per la protezione dei bambini e la gioventù, con una serie di misure adeguate per prevenire gli abusi. Dobbiamo sempre considerare la nostra fragilità e debolezza umana e quindi il rischio che questi crimini vengano commessi, ma allo stesso tempo dobbiamo fare tutto il possibile per salvare la Chiesa e la società ed evitare tanta sofferenza in particolare alle vittime di tali crimini.