Contro il Vaticano "statistiche esagerate e accuse indiscriminate"

Secondo il sociologo Massimo Introvigne, gli attacchi alla Santa Sede del Comitato per i Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite sono “strumentali per un’aggressione alla libertà religiosa”

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In un comunicato diffuso dal CESNUR, il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa, ha spiegato che il Rapporto del Comitato per i Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite che accusa la Santa Sede “riprende statistiche esagerate e accuse indiscriminate”.  

Introvigne, che è autore del volume “Pedofilia. Una battaglia che la Chiesa sta vincendo”, edito da Sugarco, ha precisato che “quello della pedofilia nel clero cattolico, come c’insegnano Benedetto XVI e Papa Francesco è un dramma reale, non inventato, che non va nascosto e di cui vanno indagate le cause”.

“Tuttavia – ha aggiunto – il rapporto riprende statistiche esagerate e accuse indiscriminate. Loda alcune misure introdotte dalla Santa Sede nel 2013, ma dimentica tutte quelle precedenti, in un maldestro tentativo di contrapporre il Vaticano di Papa Francesco a quello di Benedetto XVI”.

“Soprattutto – ha osservato Introvigne -, si dimentica di dire che queste misure hanno funzionato, e possono costituire anzi un modello per altre istituzioni che hanno gli stessi problemi di pedofilia e che sono assai meno vigorose della Santa Sede nel contrastarli”.

Secondo il sociologo, le accuse di pedofilia vengono utilizzate per condizionare la Chiesa cattolica nel tentativo di “dettare come vada interpretata la Sacra Scrittura”.

Il rapporto del Comitato per i Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite chiede addirittura “il ripudio dei documenti del Magistero in tema di omosessualità, la rinuncia della Chiesa a parlare di ‘complementarietà’ del ruolo maschile e femminile” e “una modifica ‘urgente’ della dottrina cattolica sull’aborto”, precisando – così si legge nel documento – “le circostanze in cui l’aborto è permesso”, e un insegnamento e una pratica volta a “garantire agli e alle adolescenti l’accesso alla contraccezione”.

“La Chiesa – ha sottolineato il sociologo – ha più volte riconosciuto le responsabilità di un certo numero di preti e vescovi nel vergognoso dramma della pedofilia, e ha preso misure drastiche che si stanno rivelando efficaci”.

“Questo documento tuttavia – ha aggiunto – è la prova di come la tragedia dei preti pedofili sia usata come pretesto e come clava per aggredire la Chiesa Cattolica e ingiungerle di cambiare la sua dottrina in materia di omosessualità, aborto e contraccezione, affidando a commissioni di esperti perfino l’interpretazione della Sacra Scrittura. E questa è un’intollerabile violazione della libertà religiosa”.

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ZENIT Staff

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