La colpa dei violenti attentati che colpiscono le città del Libano è delle continue zuffe meschine fra i politici libanesi, anche fra quelli cristiani. Ne è sicuro il patriarca maronita Bechara Rai, tanto da affermarlo ieri durante l’omelia della messa celebrata a Bkerke, sede del patriarcato. “Riguardo alle esplosioni che si susseguono – ha detto il cardinale – noi riteniamo responsabili i partiti politici e tutti coloro che rifiutano la riconciliazione nazionale, ponendo ostacoli alla formazione del governo”.
Proprio ieri – riferisce la Radio Vaticana – il Fronte Nusra in Libano ha rivendicato l’attacco avvenuto il giorno prima con un’autobomba suicida nella città sciita di Hermel, nel nordest del Paese, che ha causato la morte di tre persone. Si tratta del terzo attentato ad opera del gruppo di estremisti sunniti, i quali, in una dichiarazione hanno confermato di voler “punire” gli Hezbollah, che combattono a fianco del governo siriano e di Bashar Assad. Oltre ad essere divisi pro o contro Assad, i partiti e i politici libanesi sono divisi per mire di potere ed economiche.
L’ex generale Michel Aoun, ad esempio, frena la nascita di un governo perché esige per il suo partito – il Movimento patriottico libero – alcuni ministeri chiave. In un velato riferimento a questo problema, ieri il patriarca maronita ha sottolineato che il compito di un governo dovrebbe essere la cura degli esseri umani, non il bilancio del loro ministero. Ha quindi chiesto preghiere per tutti i politici libanesi, sperando che “Dio possa illuminare le loro menti”.
Da oltre un anno in Libano vi è un governo ad interim perché i partiti non riescono a trovare un accordo sulla composizione e sul numero di ministeri da distribuire fra le formazioni politiche. In occasione della festa di san Marone del 9 febbraio, padre della tradizione maronita, il patriarca pubblicherà un documento definito “carta nazionale” sui principi dell’unità nazionale e sulle priorità per affrontare il presente e il futuro. Il documento verrà stilato dopo l’incontro mensile dei vescovi maroniti, fissato il prossimo 5 febbraio.