La festa dell’incontro tra Gesù e il suo popolo: così papa Francesco ha definito l’odierna festa liturgica della Presentazione del Signore che quest’anno coincide con la giornata della Vita Consacrata.
Come ha sottolineato il Santo Padre nel corso dell’omelia, durante la celebrazione eucaristica di stamattina nella basilica di San Pietro, le due ricorrenze presentano numerosi e punti di contatto.
Il Vangelo di oggi, ha spiegato il Papa, ci parla anche di “un incontro all’interno della storia del popolo, un incontro tra i giovani e gli anziani: i giovani erano Maria e Giuseppe, con il loro neonato; e gli anziani erano Simeone e Anna, due personaggi che frequentavano sempre il Tempio”.
La Madonna e San Giuseppe, come ricorda il Vangelo di Luca, “volevano fare quello che era prescritto dalla Legge del Signore” (cfr Lc 2,22.23.24.27): il loro atteggiamento, tuttavia, ha sottolineato il Pontefice, non è un “fatto esteriore”, né vogliono banalmente “sentirsi a posto”. Sono infatti pervasi da “un desiderio forte, profondo, pieno di gioia”.
Riguardo agli anziani, San Luca afferma che “erano guidati dallo Spirito Santo”: Simeone era “un uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di Israele”, mentre Anna era una «profetessa» (v. 36), cioè ispirata da Dio. Sono “due anziani pieni di vita”, in quanto “animati dallo Spirito Santo, docili alla sua azione, sensibili ai suoi richiami”.
Nell’incontro tra la Sacra Famiglia e i due rappresentanti del popolo santo di Dio, “al centro c’è Gesù” che “muove tutto” e “attira gli uni e gli altri al Tempio, che è la casa di suo Padre”, ha osservato il Papa.
Si tratta di “un incontro tra i giovani pieni di gioia nell’osservare la Legge del Signore e gli anziani pieni di gioia per l’azione dello Spirito Santo”: se si riflette bene, ha affermato il Santo Padre, “l’osservanza della Legge è animata dallo stesso Spirito, e la profezia si muove nella strada tracciata dalla Legge”.
E comunque, ha aggiunto: “Chi più di Maria è piena di Spirito Santo? Chi più di lei è docile alla sua azione?”.
Alla luce di questa “scena evangelica”, papa Francesco ha quindi descritto la vita consacrata come un “incontro con Cristo”: Maria e Giuseppe “guidati dallo Spirito Santo” ci conducono a Gesù, il quale “ci attira al Tempio, alla Chiesa, dove possiamo incontrarlo, riconoscerlo, accoglierlo, abbracciarlo”.
Papa Francesco si è poi soffermato sul “carisma fondazionale” degli istituti religiosi, attraverso il quale l’incontro con Cristo “ha preso la sua forma nella Chiesa mediante il carisma di un suo testimone, di una sua testimone. Questo sempre ci stupisce e ci fa rendere grazie”.
Anche la vita consacrata di oggi è un luogo di “incontro tra giovani e anziani, tra osservanza e profezia”, che non vanno viste come “due realtà contrapposte”.
Dobbiamo quindi lasciare che “lo Spirito Santo le animi entrambe, e il segno di questo è la gioia: la gioia di osservare, di camminare in una regola di vita; e la gioia di essere guidati dallo Spirito, mai rigidi, mai chiusi, sempre aperti alla voce di Dio che parla, che apre, che conduce”.
Compito degli anziani è “comunicare la saggezza ai giovani”, che sono tenuti a “raccogliere questo patrimonio di esperienza e di saggezza, e portarlo avanti, per il bene delle rispettive famiglie religiose e di tutta la Chiesa”.
“La grazia di questo mistero, il mistero dell’incontro, ci illumini e ci conforti nel nostro cammino”, ha quindi concluso il Papa.