Il Papa: conoscere non è solo un atto materiale ma un atto d’amore

In occasione dell’apertura del Meeting di Rimini

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di Antonio Gaspari

RIMINI, domenica, 23 agosto 2009 (ZENIT.org).- La conoscenza è anche un atto d’amore. E’ quanto ha detto questa domenica, a Castel Gandolfo, Benedetto XVI, dopo la recita dell’Angelus, nel rivolgere un saluto ai partecipanti alla 30.ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli apertosi quest’oggi a Rimini.

“La conoscenza è sempre un avvenimento”, ha detto il Santo Padre che ha poi auspicato che esso sia occasione propizia per comprendere che “conoscere non è un atto solo materiale, perché … in ogni conoscenza e in ogni atto d’amore l’anima dell’uomo sperimenta un ‘di più’ che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un’altezza a cui ci sentiamo elevati”.

Più articolato il messaggio che il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato – a nome di Benedetto XVI – agli organizzatori ed ai partecipanti del Meeting.

Nel messaggio, che è stato letto all’inizio della Santa Messa celebrata questa mattina da monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, il Papa ha salutato quanti hanno promosso e organizzato la manifestazione culturale, che in tre decenni ha già visto la partecipazione di migliaia e migliaia di uomini e donne, soprattutto giovani, e l’intervento di centinaia di relatori sulle tribune allestite nelle aule della fiera di Rimini.

Il Messaggio rileva che “aiutati da studiosi di ogni disciplina, da artisti, da autorità religiose, da esponenti del mondo della politica, dell’economia, dello sport, ci si è potuto confrontare sulle questioni e sulle istanze fondamentali dell’umana esistenza, ed approfondire le ragioni dell’essere cristiani in questa nostra epoca”.

A questo proposito il Vescovo di Roma ha augurato che il Meeting “continui a raccogliere le sfide e gli interrogativi che i tempi di oggi pongono alla fede, e rispondere ad essi facendo tesoro dell’insegnamento del compianto Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione”.

In merito alla tematica incentrato sulla conoscenza come avvenimento, il Papa Benedetto XVI ha ricordato che “Avvenimento’ è una parola con cui don Giussani ha tentato di riesprimere la natura stessa del cristianesimo, che per lui è un ‘incontro’, e cioè un dato esperienziale di conoscenza e di comunione”.

Per questo motivo “proprio dall’accostamento tra le parole ‘avvenimento’ e ‘incontro’ è possibile percepire meglio il messaggio del Meeting”.

Il Santo Padre ha spiegato che la conoscenza può essere un ‘avvenimento’ in quanto ‘incontro’ tra un soggetto e un oggetto.

“E l’accoglienza dell’oggetto – ha sottolineato il Papa -, la disponibilità all’ascolto che caratterizza il soggetto conoscente come vero amante della verità” per questo motivo il pensiero medievale ci ha trasmesso, una particolare forza conoscitiva propria dell’amore.

Secondo il Pontefice “Amare” significa ‘voler conoscere’ e il desiderio e la ricerca della conoscenza sono una spinta interna dell’amore come tale. A ben vedere, dunque, ciò stabilisce un rapporto ineliminabile tra amore e verità”.

In questo contesto il Vescovo di Roma parla dell’incontro come il “fondamentale rapporto che esiste tra lo spirito dell’uomo e lo Spirito di Dio” e spiega perché i Padri della Chiesa abbiano insistito sul bisogno di purificare l’occhio dell’anima per giungere a vedere Dio, rifacendosi alla beatitudine evangelica: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

Per il Pontefice, “la razionalità dell’uomo può essere esercitata, e dunque raggiungere il suo fine proprio, che è la conoscenza della verità e di Dio, solo grazie a un cuore purificato e sinceramente amante del vero che ricerca”.

Perché solo se purificato in tal modo, “lo spirito umano può aprirsi alla rivelazione della verità”.

Il messaggio del Santo Padre si conclude invitando i partecipanti al Meeting a volgersi con fiducia verso il Signore e ad accoglierne la misteriosa presenza, che è per l’uomo e la società sorgente di verità e di amore.

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ZENIT Staff

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