Bartolomeo I e Alessio II impegnati per l'unità dell'ortodossia

Per contribuire a superare le divisioni tra gli ortodossi ucraini

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KIEV, martedì, 29 luglio 2008 (ZENIT.org).- Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, e Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, si sono impegnati a collaborare a favore dell’unità dell’ortodossia.

“Abbiamo deciso di lavorare insieme per migliorare i rapporti tra le due Chiese ortodosse, quella di Russia e quella di Costantinopoli, poiché entrambi siamo responsabili per l’unità dell’ortodossia”, ha affermato domenica scorsa Bartolomeo I, secondo quanto riporta “L’Osservatore Romano”.

Il Patriarca di Costantinopoli si è espresso in questo modo nella residenza del metropolita di Kiev, Vladimir, primate della Chiesa ortodossa ucraina, dove si è svolto un incontro privato con Alessio II a conclusione delle celebrazioni per il 1020° anniversario della cristianizzazione della Rus’ di Kiev, svoltesi il 26 e 27 luglio nella capitale ucraina. 

“Simili incontri sono molto utili ai fini di un dialogo costruttivo, specialmente se vi sono problemi tra le Chiese ortodosse fraterne”, ha osservato, auspicando che Alessio II intervenga all’incontro pan-ortodosso, che dovrebbe svolgersi a ottobre a Istanbul.

Dal canto suo, il Patriarca di Mosca ha affermato che nel corso dell’incontro “sono state approfondite le questioni controverse e siamo concordi sul fatto che le delegazioni delle nostre comunità debbano fornire risposte al riguardo. E prenderemo delle decisioni conformemente agli interessi delle nostre Chiese”. 

Commentando l’incontro tra i due Patriarchi, l’archimandrita Cyril (Hovorun), presidente del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina, ha affermato che “la questione della Chiesa locale rappresenta una grande preoccupazione sia per le autorità statali sia per la società ed è al centro dell’attenzione di tutto il mondo ortodosso e della comunità internazionale”.

“In misura anche maggiore, tale questione è una preoccupazione anche per la Chiesa. Abbiamo parlato più volte del bisogno di un’unità ecclesiastica. Questo tema è stato nell’agenda dell’incontro dei Patriarchi”. 

“A partire da adesso ogni passo volto a superare le divisioni nell’ortodossia ucraina verrà fatto insieme”, ha constatato. “La cooperazione tra la Chiesa e le autorità e tra la Chiesa in Ucraina e le Chiese a livello pan-ortodosso verrà migliorata. Ed è questa la conclusione più ovvia del dialogo”.

Questi negoziati, ha proseguito, “sono diventati un vero evento per i rapporti tra le due Chiese e anche per la storia più recente della Chiesa ortodossa in generale. Tale dialogo può essere definito l’evento più notevole fra tutte le celebrazioni del 1020° anniversario del Battesimo della Rus'”. 

Domenica mattina, Bartolomeo I ha presieduto presso il monumento che ricorda San Vladimir – il principe di Kiev che abbandonò il paganesimo e nel 988 si convertì al cristianesimo di rito bizantino imponendo la nuova fede al popolo – una liturgia ecumenica concelebrata da Alessio II, dall’Arcivescovo di Atene Hieronymos, dall’Arcivescovo di Tirana Anastasios, dal metropolita di Kiev Vladimir e da alcuni rappresentanti delle Chiese ortodosse locali.

“L’unità in Cristo del corpo locale come di quello ecclesiale attraverso l’Oecumene non può tollerare divisioni o conflitti – ha osservato nel suo discorso -; ogni divisione del corpo ecclesiale offende il suo Capo divino e rende i doni dello Spirito Santo inefficaci per coloro che sono causa della divisione o per quelli che sono indifferenti a essa”. 

Salutando le autorità ecclesiastiche presenti alla celebrazione, Alessio II ha dichiarato che “l’unità dell’ortodossia russa non può evitare che gli Stati sovrani successori della Rus’ di Kiev vivano pienamente la propria esistenza”.

“La nostra Chiesa rispetta la loro sovranità ed è interessata a incrementare il benessere dei loro popoli”, ha sottolineato, ricordando che la Chiesa ortodossa russa “è aperta a relazioni più vicine, sulla base dei valori evangelici, con le autorità di qualunque Paese dove vive il suo gregge”.

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ZENIT Staff

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