Campagna nel sud dell'Iraq per il restauro delle chiese cristiane

In prima fila la comunità di Bassora dei Caldei

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 25 luglio 2008 (ZENIT.org).- Le comunità cristiane dei governatorati meridionali dell’Iraq hanno lanciato una campagna per il restauro delle chiese che l’incuria e le guerre hanno reso inagibili.

La notizia, diffusa dal sito Baghdadhope e ripresa dal Sir, è stata data da padre Imad Aziz Al Banna, dell’Arcidiocesi di Bassora dei Caldei, che ha spiegato che la locale comunità cristiana ha chiesto al Governo il relativo finanziamento e lavora in collaborazione con l’ufficio che cura gli interessi dei gruppi non musulmani e con il ministero della Pianificazione e il consiglio del governatorato di Al-Basrah.

Al Banna ha inoltre ricordato la recente riapertura della chiesa di Um Al Azhan, ad Al-Amarah, nel vicino governatorato di Maysan, e ha ribadito la sua fiducia nell’azione di conservazione del patrimonio religioso cristiano da parte delle istituzioni pubbliche, sottolineando come la situazione relativa alla sicurezza incoraggi questa iniziativa, urgente ora che alcune famiglie che erano fuggite dal sud dell’Iraq vi stanno ritornando. 

Recuperate le testimonianze della storia, per il religioso è importante, anzi fondamentale, che anche le organizzazioni internazionali contribuiscano finanziariamente al progetto.

Meno conosciuta e numerosa di quelle di Baghdad e del nord del Paese, la comunità cristiana del sud dell’Iraq ha radici antichissime che, secondo il sacerdote siro-ortodosso della chiesa della Vergine padre Sam’an Khaz’al, risalgono al IV secolo dopo Cristo, dimostrando che Bassora era già allora un luogo di diffusione della cristianità verso i territori del golfo arabico.

Circa un mese fa, ha riaperto i battenti la chiesa caldea di Um Al Azhan (Nostra Signora del Dolore) ad Al-Amarah. L’edificio, costruito nel 1880, è stato restaurato e a fine giugno ha ospitato una Messa e un battesimo celebrati proprio da padre Al Banna. 

Anche se nella zona vivono solo 18 famiglie cristiane e nonostante le difficoltà presenti nelle province meridionali, nella chiesa verrà celebrata una Messa mensile e si terranno corsi di catechismo durante tutta l’estate.

“Non si contano in Iraq gli edifici di culto distrutti o danneggiati durante la guerra o nel corso di attacchi contro le diocesi locali”, spiega un articolo de “L’Osservatore Romano”. 

Nel giugno 2007, uno dei momenti più difficili vissuti dai cristiani nel Paese – culminato con l’assassinio a Mosul di padre Ragheed Ganni e di tre suddiaconi -, furono prese di mira due chiese nel quartiere Dora a Baghdad: quella di Saint John the Baptist e quella di Saint Jacob, quest’ultima con il tentativo di trasformarla in moschea.

In precedenza, nel dicembre 2004, ha provocato dolore e inquietudine l’attentato che ha devastato il Vescovado caldeo di Mosul. Il Patriarca di Babilonia dei Caldei, il Cardinale Emmanuel III Delly, disse che era stato distrutto il più bel simbolo della Chiesa caldea in Iraq.

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ZENIT Staff

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