di José Caetano
SYDNEY, lunedì, 21 luglio 2008 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha lanciato molte sfide ai giovani pellegrini che si sono riuniti a Sydney per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, sul tema “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (Atti 1,8).
All’inizio delle attività pubbliche in Australia, nel suo discorso nella Government House di Sydney durante la cerimonia ufficiale di benvenuto, giovedì 17 luglio, il Santo Padre ha rivolto il suo primo appello: “Mediante l’azione dello Spirito possano i giovani riuniti qui per la Giornata Mondiale della Gioventù avere il coraggio di divenire santi! Questo è ciò di cui il mondo ha bisogno, più di qualunque altra cosa”.
Nello stesso giorno, accogliendo i ragazzi al molo di Barangaroo, ha voluto rivolgere un appello ai giovani non cattolici, perché si avvicinino “all’amorevole abbraccio di Cristo” e riconoscano “la Chiesa come vostra casa”.
In quel discorso, il Papa ha chiamato i giovani cristiani ad essere testimoni della speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo, “una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa”.
Il giorno dopo, il Papa ha incontrato i giovani della comunità di recupero dell’Università Notre Dame di Sydney. Nonostante la giovane età, i ragazzi hanno già vissuto esperienze dure segnate dall’alcool, dalle droghe o dai tentativi di suicidio. A loro, il Pontefice ha affidato l’incarico di essere “ambasciatori di speranza per quanti si trovano in situazioni simili”.
“Con la forza dello Spirito Santo, scegliete la vita e scegliete l’amore, e siate testimoni davanti al mondo della gioia che ne scaturisce”, ha detto al termine dell’incontro.
Sabato 19 luglio, il Papa ha celebrato una Messa insieme ai Vescovi, ai seminaristi e ai religiosi e alle religiose australiani. Rivolgendosi soprattutto ai giovani seminaristi e ai novizi, ha esortato: “Non abbiate paura! Credete nella luce! Prendete a cuore la verità che abbiamo udito oggi nella seconda lettura: ‘Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre’. La luce di Pasqua continua a scacciare le tenebre!”.
La sera, all’ippodromo di Randwick, incontrando 235.000 pellegrini riuniti per la Veglia di Preghiera della GMG ha spiegato che “essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio”.
“Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni”, ha aggiunto. “Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza”.
Nell’ultimo giorno dell’evento, durante la celebrazione eucaristica di chiusura, il Papa ha chiesto nella sua omelia alle oltre 400.000 persone riunite cosa lasceranno “alla prossima generazione” e le ha sfidate ad essere “profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”.
Il Vescovo di Roma ha anche lanciato una sfida particolare a quanti sentono la chiamata di Dio a dedicarsi alla vita sacerdotale: “Non abbiate paura di dire il vostro “sì” a Gesù, di trovare la vostra gioia nel fare la sua volontà, donandovi completamente per arrivare alla santità e facendo uso dei vostri talenti a servizio degli altri”.
Subito dopo la preghiera mariana dell’Angelus, nella quale ha ricordato la proposta fatta da Dio a Maria attraverso l’annuncio dell’Angelo, e alla quale lei ha risposto di sì, il Papa ha rivolto un appello ai giovani auspicando di rivederli alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Madrid nel 2011: “Rendiamo davanti al mondo la nostra gioiosa testimonianza a Cristo”.
[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]