CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 9 luglio 2008 (ZENIT.org).- Le Diocesi tedesche e statunitensi sono quelle che contribuiscono maggiormente a livello economico per coprire le spese della Santa Sede nel suo servizio alla Chiesa universale.
Un comunicato del Consiglio dei Cardinali per lo Studio dei Problemi Organizzativi ed Economici della Santa Sede emesso questo mercoledì spiega che dopo di loro figurano le Diocesi di Italia, Austria, Canada, Spagna e Corea.
Dopo il Concilio Vaticano II, la Santa Sede ha ampliato le sue strutture e con queste le sue spese, sperimentando 23 anni di deficit.
Per superare quella crisi, Giovanni Paolo II convocò nel 1991 una riunione di tutti i presidenti delle Conferenze Episcopali del mondo. In quell’anno il Vaticano aveva sperimentato il deficit più elevato degli ultimi tempi: 86 milioni di dollari.
Nel corso dell’incontro, venne ricordato a tutti i Vescovi del mondo il canone 1271 del Codice di Diritto Canonico, in cui si chiede che i Vescovi contribuiscano affinché la Sede Apostolica disponga dei mezzi di cui, in base alle diverse circostanze, ha bisogno per il servizio alla Chiesa universale.
La risposta fu generosa, e a partire da allora la Santa Sede ha sperimento anni di bilancio favorevole o di deficit controllato.
Nell’ultimo anno, la Santa Sede ha avuto un deficit di 9.067.960 euro (poco più di 14 milioni di dollari), ma nei tre precedenti (2004, 2005 e 2006) sono stati registrati risultati positivi per un totale di 15.206.587 euro (quasi 24 milioni di dollari).
Nel 2007, spiega il comunicato, le Diocesi del mondo hanno apportato alla Santa Sede 29.552.843 dollari (circa 18,7 milioni di euro).
Il testo emesso dopo la riunione dei Cardinali spiega che nel 2007 le maggiori contribuzioni sono arrivate da Germania (con 9.330.708 dollari, il 31,57% del totale), Stati Uniti (8.366.817 $, 28,31%) Italia (5.584.912 $,18,90%), Austria (1.107.352 $, 3,75%), Canada (1.023.312 $, 3,46%), Spagna (939.111 $, 3,18%) e Repubblica di Corea (681.542 $, 2,31%).
La Santa Sede ha anche rivelato che all’Obolo di San Pietro, destinato alle opere di carità del Papa (non alla Santa Sede), i Paesi che hanno maggiormente contribuito sono gli Stati Uniti, seguiti da Italia, Germania, Spagna, Francia , Irlanda, Brasile e Repubblica di Corea.