Le sue parole sono risuonate nella Piazza Calvi di Lorenzago di Cadore, la località dove da 13 giorni sta trascorrendo un periodo di riposo, ad introduzione della preghiera dell’Angelus, recitata insieme alle sei milla persone intervenute.
“Da questo luogo di pace, in cui anche più vivamente si avvertono come inaccettabili gli orrori delle ‘inutili stragi’, rinnovo l’appello a perseguire con tenacia la via del diritto, a rifiutare con determinazione la corsa agli armamenti, a respingere più in generale la tentazione di affrontare nuove situazioni con vecchi sistemi”, ha affermato con forza.
Il Vescovo di Roma ha riccordato che novanta anni fa il Pontefice Benedetto XV ha pubblicato – il 1° agosto 1917 – la sua celebre Nota alle potenze belligeranti, con la quale domandava che si ponesse fine alla Prima Guerra Mondiale.
“Mentre imperversava quell’immane conflitto, il Papa ebbe il coraggio di affermare che si trattava di un’’inutile strage'”, ha ricordato il suo successore.
“Questa sua espressione si è incisa nella storia – ha costatato -. Essa si giustificava nella situazione concreta di quell’estate 1917, specialmente su questo fronte veneto. Ma quelle parole, ‘inutile strage’, contengono anche un valore più ampio, profetico, e si possono applicare a tanti altri conflitti che hanno stroncato innumerevoli vite umane”.
Ma “la Nota del Papa Benedetto XV non si limitava a condannare la guerra; essa indicava, su un piano giuridico, le vie per costruire una pace equa e duratura”.
In concreto, il Pontefice proponeva allora: “la forza morale del diritto, il disarmo bilanciato e controllato, l’arbitrato nelle controversie, la libertà dei mari, il reciproco condono delle spese belliche, la restituzione dei territori occupati ed eque trattative per dirimere le questioni”.
“La proposta della Santa Sede era orientata al futuro dell’Europa e del mondo, secondo un progetto cristiano nell’ispirazione, ma condivisibile da tutti perché fondato sul diritto delle genti”, ha constato Benedetto XVI.
“E’ la stessa impostazione che i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno seguito nei loro memorabili discorsi all’Assemblea delle Nazioni Unite, ripetendo, a nome della Chiesa: ‘Mai più la guerra!'”, ha aggiunto.
“Se gli uomini vivessero in pace con Dio e tra di loro, la Terra assomiglierebbe veramente a un ‘paradiso'”, ha detto.
“Il peccato purtroppo ha rovinato questo progetto divino, generando divisioni e facendo entrare nel mondo la morte. Avviene così che gli uomini cedono alle tentazioni del Maligno e si fanno guerra gli uni gli altri. La conseguenza è che, in questo stupendo “giardino” che è il mondo, si aprono spazi di ‘inferno'”, ha infine concluso.