E' quanto ha affermato Pino Morandini, già magistrato e attuale Vicepresidente del Movimento per la Vita (www.mpv.org), intervenendo, il 25 giugno a Roma, presso la comunità Nomadelfia, all'ultimo incontro del corso di Formazione “Lunedì è vita”.
Il corso di formazione di 15 incontri è stato organizzato dalla Federazione regionale del Lazio per la vita, in collaborazione con Ab Himis e con Nomadelfia per riflettere sui temi della bioetica.
“Paradossalmente – ha detto Morandini –, oggi il diritto alla vita non è affatto garantito. Solo in Europa c’è un aborto ogni 25 secondi, e sempre nel 2008 si celebra anche il trentennale della legge italiana sull’interruzione volontaria di gravidanza, che, dalla data della sua messa in vigore fino alle anticipazioni del 2006, conta 4.603.525 aborti”.
Intervistato da ZENIT, il Vicepresidente del MpV ha sottolineato che “occuparsi della difesa della vita, lungi dalle accuse di essere retrogradi, è di una modernità straordinaria” perché “la questione della vita dal concepimento fino alla morte naturale è qualcosa che sta interessando a tutti i livelli la cultura, la legislazione e la società non solo europea”.
Morandini ha ricordato che l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, intervenendo ad un Convegno organizzato dal MpV su “Il diritto alla vita e l’Europa” (Roma, 18-19 dicembre 1987), affermò che nelle odierne società pluralistiche “i diritti di alcuni vengono affermati a scapito del fondamentale diritto alla vita di un altro”, così che “ogni legalizzazione dell’aborto implica [...] l’idea che è la forza che fonda il diritto”.
Per questo motivo, ha continuato il Vicepresidente del MpV: “E’ inutile riempirsi la bocca di diritti umani quando il diritto fondamentale alla vita è così duramente calpestato”.
“Nell’incomparabile patrimonio di una Europa culla di civiltà straordinaria – ha osservato Morandini – le legislazioni abortiste si pongono come germi di corruzione”.
Il Vicepresidente del MpV ha ricordato come già Platone nel De Repubblica sosteneva che “una democrazia che uccide i valori fondanti è destinata alla corruzione. E’ destinata a cadere non perché corrosa dall’esterno, ma decaduta nel suo interno”.
Secondo Morandini “il non rispettare e testimoniare i valori, corrode e degrada la civiltà”. Un concetto spiegato e ripreso anche da Giovanni Paolo II nelle Encicliche Centesimus Annus ed Evangelium Vitae.
Il Pontefice polacco che ha vissuto sulla propria pelle le ingiustizie del nazismo e del comunismo ha scritto che “una democrazia senza valori sfocia inevitabilmente nel totalitarismo aperto o subdolo, come dimostra la storia”.
Il Vicepresidente del MpV ha quindi ricordato l’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo dove si afferma che: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”.
“Come è possibile – ha continuato Morandini – che dopo quella carta straordinaria, non si dice e non si fa nulla per contrastare la violazione sistematica del diritto alla vita”.
Il Vicepresidente del MpV ha poi rilevato con amarezza che in Europa l’aborto è diventato la prima causa di morte, solo in Italia ci sono 3,385 interruzione volontarie di gravidanza ogni giorno, 141 aborti ogni ora.
“Per questo noi gridiamo che non siamo in una democrazia vera se non si fa qualcosa per tutelare i più deboli, i più piccoli, i più indifesi”, ha continuato.
Da magistrato Morandini ha spiegato che “lo stato di diritto dovrebbe essere quell’ordinamento che tutela la comunità umana e le persone a partire dai diritti fondamentali”, domandandosi come mai lo stato di diritto non rispetta il diritto alla vita.
Il Viceperesidente del MpV ha quindi ricordato l’appello di Giovanni Paolo II per “una generale mobilitazione delle coscienze, ed un comune sforzo etico”.
“Il referendum sulla legge 40 ed il Family Day hanno mostrato che anche i non credenti sulle questioni fondamentali stanno con noi – ha spiegato –. Per riconoscere la vita umana e la sua difesa basta la ragione, la fede casomai illumina d’immenso questo impegno”.
Morandini ha infine concluso affermando che per questo motivo i “Centri di aiuto alla vita (CAV) che hanno salvato almeno 100.000 bambini e bambine dall’aborto, sono la sostanza del nostro lavoro culturale. Le nostre parole sarebbero vuote se non ci fossero i CAV”.
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Jul 06, 2007 00:00