Benedetto XVI: San Basilio, maestro di vita per i cristiani d’oggi

L’eredità del Padre della Chiesa, Vescovo di Cesarea, morto nel 379

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 4 luglio 2007 (ZENIT.org).- Anche se San Basilio, Vescovo di Cesarea di Cappadocia, nell’attuale Turchia, è morto nel 379, continua ad essere ancora oggi maestro di vita cristiana, ha spiegato Benedetto XVI.

A questo Padre della Chiesa il Pontefice ha dedicato il suo intervento in occasione dell’Udienza generale alla quale hanno partecipato 12.000 persone, nella Basilica Vaticana e successivamente nell’Aula Paolo VI.

“Fu un uomo che visse veramente con lo sguardo fisso a Cristo, un uomo dell’amore per il prossimo”, ha detto il Papa a conclusione della sua meditazione.

“Pieno della speranza e della gioia della fede, Basilio ci mostra come essere realmente cristiani”, ha aggiunto.

Questo il suo programma di vita, scritto dallo stesso Basilio: “apostolo e ministro di Cristo, dispensatore dei misteri di Dio, araldo del regno, modello e regola di pietà, occhio del corpo della Chiesa, pastore delle pecore di Cristo, medico pietoso, padre e nutrice, cooperatore di Dio, agricoltore di Dio, costruttore del tempio di Dio”.

“E’ questo il programma che il santo Vescovo consegna agli annunciatori della Parola – ieri come oggi –, un programma che egli stesso si impegnò generosamente a mettere in pratica”.

Basilio nacque attorno al 330 in una famiglia di santi (tre dei suoi nuove fratelli sono santi). Prima di essere eletto Vescovo abbracciò la vita monacale, creando “un monachesimo molto particolare: non chiuso alla comunità della Chiesa locale, ma ad essa aperto”.

“I suoi monaci facevano parte della Chiesa locale, ne erano il nucleo animatore che, precedendo gli altri fedeli nella sequela di Cristo e non solo nella fede, mostrava la ferma adesione a Lui – l’amore per Lui – soprattutto in opere di carità”.

“Questi monaci, che avevano scuole ed ospedali, erano al servizio dei poveri ed hanno così mostrato la vita cristiana nella sua completezza”.

“Come Vescovo e Pastore della sua vasta Diocesi, Basilio si preoccupò costantemente delle difficili condizioni materiali in cui vivevano i fedeli; denunciò con fermezza i mali; si impegnò a favore dei più poveri ed emarginati; intervenne anche presso i governanti per alleviare le sofferenze della popolazione, soprattutto in momenti di calamità; vigilò per la libertà della Chiesa, contrapponendosi anche ai potenti per difendere il diritto di professare la vera fede”, ha ricordato il Papa.

“A Dio, che è amore e carità, Basilio rese una valida testimonianza con la costruzione di vari ospizi per i bisognosi, quasi una città della misericordia, che da lui prese il nome di Basiliade”.

“Essa sta alle origini delle moderne istituzioni ospedaliere di ricovero e cura dei malati”, ha spiegato..

“Nel suo amore per Cristo e per il suo Vangelo, il grande Cappadoce si impegnò anche a ricomporre le divisioni all’interno della Chiesa, adoperandosi perché tutti si convertissero a Cristo e alla sua Parola, forza unificante, alla quale tutti i credenti devono ubbidire”.

Quella di oggi è stata l’ultima Udienza generale prima delle vacanze estive che Benedetto XVI trascorrerà nella località di Lorenzago di Cadore, in Veneto, nelle Dolomiti, dal 9 al 27 luglio.

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ZENIT Staff

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