ROMA, venerdì, 2 dicembre 2005 (ZENIT.org).- Circa l’origine del mondo, padre Rafael Pascual sostiene che “evoluzione e creazione di per sé possono essere compatibili”, tanto da poter parlare di una “creazione evolutiva”, ma che tuttavia la “Bibbia non ha una finalità scientifica”.

Tempo fa l’Arcivescovo di Vienna, il Cardinale Cristoph Schönborn, aveva innescato il dibattito su questo argomento in un articolo apparso sul New York Times (7 luglio 2005), in cui sosteneva che è Dio, attraverso un “disegno intelligente, il vero artefice dell’evoluzione” e che “le teorie scientifiche che cercano di giustificare l'apparire del disegno come risultato del caos e della necessità non sono affatto scientifiche”.

Per meglio comprendere i termini della questione ZENIT ha intervistato il professore Pascual, Direttore del Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, noto cultore della materia e curatore del volume appena uscito dal titolo “L’Evoluzione: crocevia di scienza filosofia e teologia” ( Edizioni Studium , 385 pagine, 30 Euro).

Evoluzione sì, evoluzionismo no?

Pascual: L'evoluzione intesa come teoria scientifica, fondata su dati empirici, sembra abbastanza ben affermata, sebbene non è del tutto vero che ormai non ci sia niente da aggiungere o completare, soprattutto riguardo ai meccanismi che la regolano. Invece, non mi sembra ammissibile l’evoluzionismo come ideologia, che nega il finalismo, e sostiene che tutto è dovuto a caso e necessità, come fa presente Jacques Monod nel suo libro Il caso e la necessità, (Mondadori, Milano 1971) e sostiene il materialismo ateo. Questo evoluzionismo non è sostenibile né come verità scientifica né come conseguenza necessaria della teoria scientifica dell’evoluzione, come taluni sostengono.

Creazione sì, creazionismo no?

Pascual: La creazione è una verità accessibile alla ragione, in particolare alla filosofia, ma anche una verità rivelata. D’altra parte, il cosiddetto creazionismo è anch'esso, come l’evoluzionismo, un’ideologia, fondata spesso, peraltro, su una teologia sbagliata, cioè su un’interpretazione letteralista di certi passaggi della Bibbia, la quale, secondo i suoi fautori, riguardo l’origine delle specie sosterrebbe il “fissismo”, cioè la creazione immediata di ogni singola specie da parte di Dio, e l’immutabilità di ciascuna specie nel trascorrere del tempo.

Evoluzione e creazione sono compatibili?

Pascual: Evoluzione e creazione di per sé possono essere compatibili; si può parlare infatti, senza cadere in una contradictio in terminis, di una “creazione evolutiva”, mentre evoluzionismo e creazionismo sono necessariamente incompatibili.

D’altra parte, un disegno intelligente sicuramente c’è stato, ma a mio avviso non si tratta di una teoria scientifica alternativa alla teoria dell’evoluzione. Ma allo stesso tempo bisogna far presente che nemmeno l’evoluzionismo, inteso come ideologia materialistica e atea, è scientifico.

Cosa dice il Magistero della Chiesa in proposito?

Pascual: Il Magistero della Chiesa, di per sé, non si oppone all’evoluzione come teoria scientifica. Da una parte lascia e chiede agli scienziati di fare ricerca in quello che costituisce il loro ambito specifico. Ma dall’altra, di fronte alle ideologie talvolta sottostanti alle diverse versioni dell’evoluzionismo, fa presenti dei punti fermi da rispettare:
- non si può escludere “a priori” la causalità divina, la scienza non può né affermarla né negarla;
- l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio; da questo fatto deriva la sua dignità e il suo destino eterno;
- c'è una discontinuità tra l’uomo e gli altri esseri viventi, in virtù della sua anima spirituale, che non può essere generata per semplice riproduzione naturale, ma è creata immediatamente da Dio.

Quali sono le verità fondamentali sull’origine del mondo e dell’uomo che la Chiesa indica come punti fermi?

Pascual: È chiaro che il Magistero non entra, nelle questioni propriamente scientifiche, che lascia alla ricerca degli addetti al lavoro, ma sente il dovere d’intervenire, per chiarire le conseguenze di tipo etico e religioso che tali questioni comportano.

Il primo principio che si sottolinea è che la verità non può contraddire la verità, cioè non ci può essere un vero contrasto o conflitto tra una verità di fede (o rivelata), e una verità di ragione (cioè naturale), perché ambedue hanno come origine Dio.

In secondo luogo, si fa notare che la Bibbia non ha una finalità scientifica, ma piuttosto religiosa, per cui non sarebbe corretto tirare fuori delle conseguenze che possano coinvolgere la scienza, né riguardo la dottrina dell’origine dell’universo, né riguardo l’origine biologica dell’uomo. Bisogna, dunque, fare una corretta esegesi dei testi biblici come chiaramente indicato dalla Pontificia Commissione Biblica ne “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa” (1993).

In terzo luogo, per la Chiesa non esiste in linea di principio un’incompatibilità tra la verità della creazione e la teoria scientifica dell’evoluzione. Dio potrebbe aver creato un mondo in evoluzione, il che di per sé non toglie nulla alla causalità divina, anzi può metterla più a fuoco nella sua ricchezza e virtualità.

In quarto luogo, sulla questione dell’origine dell’uomo, si potrebbe ammettere un processo evolutivo riguardo la sua corporeità, ma per l’anima, per il fatto di essere spirituale, ci vuole un’azione creatrice diretta da parte di Dio, giacché quello che è spirituale non può essere originato da qualcosa che spirituale non è. Tra la materia e lo spirito c'è discontinuità; lo spirito non può sgorgare o emergere dalla materia, come qualche pensatore sembra di aver sostenuto. Così, nell’uomo c’è una discontinuità rispetto agli altri esseri viventi, un "salto ontologico".

Finalmente, arriviamo al punto centrale: il fatto di essere creato e voluto immediatamente da Dio è l’unico che può giustificare in ultima istanza la dignità dell’uomo. Infatti, l’uomo non è il risultato del semplice caso o di una fatalità cieca, ma piuttosto è il frutto di un disegno divino. L’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, anzi, è chiamato ad un rapporto di comunione con Dio. Il suo destino è eterno, e per questo non è semplicemente soggetto alle leggi di questo mondo che passa. L’uomo è l’unica creatura che Dio abbia voluto per se stesso, è fine in sé, e non può essere trattato come mezzo per raggiungere nessun altro fine, per quanto nobile esso possa essere o apparire.

Ci vuole, pertanto, un’antropologia adeguata, che tenga conto di tutto questo, e che dia ragione dell’uomo nella sua integralità.

Sul tipo di rapporto che la Chiesa auspica con il mondo della scienza Giovanni Paolo II ha detto: “La collaborazione di religione e scienza torna a vantaggio dell’una e dell’altra, senza violare in nessun modo le rispettive autonomie”.

Qual è il pensiero di Benedetto XVI su creazione ed evoluzione?

Pascual: In riferimento al dibattito, è evidente che non ci troviamo davanti ad un’alternativa "creazione o evoluzione", ma piuttosto di un’articolazione. Nel corso di una serie di omelie sui primi capitoli del libro della Genesi, l’allora Arcivescovo di Monaco Joseph Ratzinger, scrisse nel 1981: “La formula esatta è creazione ed evoluzione, perché le due cose rispondono a due domande diverse. Il racconto della polvere della terra e dell’alito di Dio, non ci narra infatti come l’uomo ha avuto origine. Esso ci dice che cosa egli è. Ci parla della sua origine più intima, illustra il progetto che sta dietro di lui. Viceversa, la teoria dell’evoluzione cerca di individuare e descrivere dei processi biologici. Non riesce invece a spiegare l'origine del ‘progetto’ uomo, a spiegare la sua derivazione interiore e la sua essenza. Ci troviamo perciò di fronte a due questioni che si integrano, non si escludono”.

Ratzinger parla della ragionevolezza della fede nella creazione, che continua ad essere, ancora oggi, la migliore e più plausibile ipotesi.

Infatti, continua il testo di Ratzinger, “attraverso la ragione della creazione Dio stesso ci guarda. La fisica, la biologia, le scienze naturali in genere ci hanno fornito un racconto della creazione nuovo, inaudito, con immagini grandiose e nuove, che ci permettono di riconoscere il volto del Creatore e ci fanno di nuovo sapere: sì, all’inizio e al fondo di tutto l’essere c’è lo Spirito creatore. Il mondo non è il prodotto dell’oscurità e dell’assurdo. Esso deriva da un’intelligenza, deriva da una libertà, deriva da una bellezza che è amore. Riconoscere questo ci infonde il coraggio che ci permette di vivere, che ci rende capaci di affrontare fiduciosi l'avventura della vita”.

E’ significativo che, nella sua omelia d’inizio del suo Ministero petrino, il Papa Benedetto XVI abbia detto: “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario” (24 aprile 2005).