Attraverso le Indulgenze il Papa invita a riflettere sulla Chiesa come “trono di Grazia e di Misericordia”

Sostiene il Cardinale James Stafford, Penitenziere Maggiore di Santa Romana

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 13 dicembre 2005 (ZENIT.org).- Il Cardinale James Stafford sostiene che, attraverso la concessione di Indulgenze Plenarie, Benedetto XVI ci vuole aiutare “a riflettere sulla Nostra Chiesa come trono di Grazia e di Misericordia”.

Così ha detto a ZENIT il porporato, il quale come Penitenziere Maggiore di Santa Romana
Chiesa è il principale firmatario degli Editti di concessione delle Indulgenze Plenarie.

Il Cardinale Stafford ha osservato che, in un’epoca in cui per alcuni la parola “Indulgenza” evoca soltanto immagini della Riforma, l’intenzione del Papa è quella di sottolineare che la grande comunità del popolo di Dio costituisce la “mediazione della misericordia e del perdono di Dio qui sulla terra”.

L’ultima Indulgenza Plenaria concessa in ordine di tempo è legata alla Solennità dell’Immacolata Concezione e al 40° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II; ad essa seguono quelle concesse in occasione del I Congresso Eucaristico Internazionale Universitario tenutosi a Murcia dal 9 al 13 novembre e della XX Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia.

Il 3 dicembre, inoltre, durante la cerimonia di inaugurazione dell’ “Anno Saveriano”, che celebra il quinto centenario della nascita di San Francesco Saverio – patrono mondiale delle missioni –, è stato letto un documento della Penitenzieria Apostolica, con il quale si concede l’Indulgenza Plenaria a chi, durante l’anno, si recherà in pellegrinaggio alla Cattedrale di Pamplona, alla parrocchia di Saverio e al Castello santuario di San Francesco Saverio.

Nell’intervista, il Cardinale Stafford ha detto inoltre di ritenere i Decreti indicativi di come il Santo Padre sia profondamente radicato nella grande tradizione del primo millennio della Chiesa e della sua ricerca di nuovi modi per rinnovare il Sacramento della Riconciliazione.

“Secondo me – ha spiegato –, uno dei modi migliori per farlo è il recupero della vera comprensione delle Indulgenze all’interno della Chiesa. E questo insegnamento è profondamente radicato nell’insegnamento dei Padri della Chiesa”.

Il porporato ha spiegato che il primo millennio “è molto impegnato nella comprensione del bisogno da parte di ciascuno della misericordia di Dio attraverso la remissione redentrice dei peccati grazie al sangue di Cristo”.

Questa appello ad incoraggiare “una catechesi rinnovata sulle indulgenze” era emerso anche nelle Proposizioni finali pubblicate al termine dell’Undicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia, tenutasi lo scorso mese di ottobre.

Nella Proposizione n. 7 si legge infatti che “il rinnovamento della spiritualità eucaristica può essere l’occasione per approfondire la comprensione e la pratica delle indulgenze” e si “ricorda che i Vescovi e i parroci possono chiedere alla Penitenzieria Apostolica l’indulgenza plenaria per celebrare diverse occasioni e anniversari”.

Il Cardinale Stafford ha affermato che il Papa “è ben consapevole del fatto che abbiamo bisogno di tornare ad una consapevolezza della profonda gratitudine che dobbiamo a Cristo per il grande prezzo da lui pagato per noi, per i nostri peccati. E uno dei modi per farlo è riacquistare il significato originario dell’esercizio di potere delle chiavi di Pietro”.

E’ stata la Chiesa primitiva a dare grande enfasi alla parole di Gesù – “A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

Il Cardinale ha affermato che la Chiesa delle origini ha visto “l’esercizio primario di queste chiavi come modo per aiutare le persone ad alleviare il terribile fardello della loro peccaminosità, e la colpa che è dovuta ai peccati… perché possiamo essere perdonati!”.

“Il Santo Padre percepisce l’importanza di riprendere l’esperienza del primo millennio e in qualche misura anche del secondo – come vediamo nel riformatore, Lutero, nella riforma della Chiesa cattolica e nel Concilio di Trento, soprattutto nella sua sesta sessione relativa alla Giustificazione – per riprendere quel mistero di perdono e riconciliazione attraverso l’amore e la misericordia di Dio rivelato e la morte di Gesù”.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 1471, spiega che “l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi”.

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ZENIT Staff

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