ROMA, martedì, 6 dicembre 2005 (ZENIT.org).- Di fronte ad un mondo che sembra colpevolizzare chi crede in Dio, vale sicuramente la pensa di essere cattolici. E’ quanto sostengono Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro nel loro libro dal titolo “Catholic pride – la fede e l’orgoglio” (Piemme, 192 pagine, 9,90 Euro).

Alessandro Gnocchi è uno studioso delle tematiche religiose nella letteratura moderna e contemporanea, oltre ad essere il maggior esperto dell’opera del giornalista e scrittore umorista italiano Giovannino Guareschi (1908-1968) su cui ha pubblicato vari libri.

Docente di Filosofia Teoretica al Corso di Laurea in Scienze Giuridiche dell’Università Europea di Roma e docente di Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Mario Palmaro è invece autore di diverse pubblicazioni sui temi della difesa della vita, della famiglia e della storia dei Papi.

Per saperne di più sul libro ZENIT ha intervistato il professor Palmaro.

Perchè un libro sul Catholic pride?

Palmaro: Mi sembra innegabile che molti cattolici oggi vivano la loro fede con un senso latente di vergogna. Ognuno di noi va legittimamente orgoglioso delle persone cui vuole bene: la moglie, i figli, la madre, un fratello, un amico, il campione della squadra del cuore. Se invece qualcuno ci domanda: lei è cattolico?, beh, spesso capita che rispondiamo un balbettante sì. Quasi che essere credenti della Chiesa di Cristo sia da considerare una colpa. Ovviamente, noi non vogliamo suscitare l’orgoglio spirituale, che è un peccato: nel nostro libro spieghiamo diffusamente che il cattolico è, né più né meno di ogni altro uomo, un peccatore, uno che ha bisogno di essere salvato da Cristo, dall’amore del Padre, dalla luce dello Spirito Santo.

Ma l’umiltà e il senso della nostra miseria devono riguardare la nostra povera persona, non la Chiesa. Che è invece santa. E’ la nostra madre, è la sposa di Cristo: ora, ogni volta che ci vergogniamo di lei, o che addirittura ne parliamo male, o lasciamo che altri la oltraggino, ci comportiamo come un figlio che resta indifferente di fronte alle offese fatte alla propria madre. Inoltre, noi vogliamo dire a tutto il mondo: essere cattolici non è facile, ma è straordinariamente bello. E’ un’esperienza nella quale nulla di ciò che è autenticamente umano viene sacrificato.

Per una parte degli ambienti culturali, la Chiesa dovrebbe vergognarsi perchè nel corso della storia ha istituito l'inquisizione, ha processato Galileo Galilei, ha perseguitato gli ebrei, ha discriminato le donne, continua a discriminare i gay, vieta l'aborto ecc. Nel libro si sostiene che si tratta di leggende nere. Potete fornire qualche argomento in proposito?

Palmaro: La maggior parte della accuse alla storia della Chiesa sono frutto della superficialità, dell’ignoranza, quando non della malafede. Ovviamente, esistono pagine nere nel passato degli uomini di Chiesa, come ne esistono nella vita di ognuno di noi. Ma nei venti secoli della Chiesa, le luci sovrastano di gran lunga le ombre. Inoltre, la Chiesa si dimostra sempre più umana se paragonata al contesto storico in cui opera: istituisce con l’inquisizione un processo ricco di garanzie per l’imputato, in tempi in cui i tribunali secolari esercitavano una giustizia sommaria; rispetta le teorie scientifiche di Galileo e reagisce solo di fronte alla pretesa dello scienziato di rivestirle di significati teologici; quando poi lo condanna, infligge una pena che consiste negli arresti domiciliari e nella recita di alcuni Salmi penitenziali, in tempi in cui i tribunali usavano il boia con grande leggerezza.

Sulle donne, basti ricordare che dove è arrivato il cattolicesimo la donna è stata riconosciuta come persona, mentre presso molte altre civiltà essa è tuttora discriminata. La Chiesa ama tutti gli uomini, anche le persone con problemi di omosessualità o le donne che hanno abortito. Ma proprio per questo amore, imitazione di Cristo, non può tacere ciò che è peccato, proprio come Cristo quando incontra l’adultera: la perdona, ma le dice: “Va, e non peccare più”.

E’ molto interessante nel libro la parte in cui lei affronta il problema di quei credenti che non ammettono più l'esistenza del Diavolo. Si tratta di un progresso nella teologia cristiana o un frutto amaro del relativismo?

Palmaro: Dimenticarsi del diavolo, o addirittura affermare che non esiste, significa proprio fare il suo gioco. Soprattutto, provoca l’alienazione dell’uomo, che non riesce più a spiegarsi il perché del male morale del mondo. La Chiesa ci insegna che ognuno di noi è libero, e dunque responsabile delle sue azioni, ma al contempo ci avverte dell’esistenza di una entità personale misteriosa, che agisce incessantemente per condurre quante più anime possibili all’inferno e che si compiace di ogni malvagità compiuta nel mondo.

Si tratta di una verità che non deve essere vissuta ossessivamente, precipitando l’uomo nella paura. Tuttavia, ricordarla aiuta il cristiano a evitare di affrontare una simile lotta impari con le sue sole forze, senza invocare la potenza della Grazia, attraverso i sacramenti, la preghiera, il digiuno. Si potrà anche sorridere di fronte a queste verità della fede: ma la prova dei fatti dimostra che la disperazione dilaga nelle case in cui non si crede più in tutto questo.

Quali sono le argomentazioni per essere orgogliosi di essere cattolici?

Palmaro: Nella Chiesa l’uomo sperimenta innanzitutto l’incontro personale con Cristo, nell’Eucaristia, nella preghiera e nella vita di tutti i giorni. Cristo ha voluto che il cuore di questa realtà fossero i sacerdoti, che offrono a tutti due cose straordinarie: il corpo di Cristo e il perdono del Signore. Pensiamoci un momento: nemmeno mille angeli del cielo, nella loro potenza, potrebbero rimettere un solo peccato mortale. Un pover’uomo, che però sia sacerdote, ha più potere di mille angeli. La Chiesa non è una compagnia di schiavi ma una comunità di amici di Cristo, fatta non solo di quelli che sono ancora in questo mondo, ma anche dalle schiere di uomini e donne che sono già morti, e che pure sono pienamente vivi e vicini a noi.

Inoltre, la Chiesa ci affida a Maria, una madre sollecita che ci ama dello stesso amore per Cristo, descritto in modo straordinario da Mel Gibson in The Passion. Il cattolico è uno che trova nel proprio lavoro quotidiano motivo per santificarsi, che ha nella morale un cammino impegnativo da percorrere per amore di Cristo, e che conosce molto bene la notte del peccato e la luce del perdono che la Chiesa elargisce senza limiti. Esiste un’altra realtà al mondo che offra all’uomo tutto questo?