Benedetto XVI incoraggia i presuli polacchi ad educare sempre più i giovani alla fede

E consiglia a questo proposito di far sorgere centri di esercizi spirituali o luoghi di preghiera

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 1° novembre 2005 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha incoraggiato i Vescovi polacchi a lavorare con sempre maggiore impegno all’educazione dei giovani alla fede, attraverso l’organizzazione di ritiri o esercizi spirituali, così come la crezione di luoghi destinati alla preghiera e al raccoglimento.

Sono queste le consegne che il Papa ha voluto lasciare al primo gruppo di presuli provenienti dalla Polonia, nel riceverli in udienza sabato scorso al termine della loro quinquennale visita “ad limina Apostolorum”.

Nel suo discorso il Santo Padre ha prestato particolare attenzione alla questione dell’educazione cristiana alla luce dell’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa” dove Giovanni Paolo II “sollecitava con ardore la Chiesa nel nostro continente a dedicare un’attenzione sempre maggiore all’educazione dei giovani alla fede”.

Dopo aver rapidamente valutato la situazione dei giovani in Polonia, soprattutto alla luce delle “difficoltà economiche”, dell’ “indice di disoccupazione” che incidono sul modo di vivere di numerose famiglie polacche, il Vescovo di Roma ha quindi invitato a guardare ai “molti fenomeni positivi che sostengono ed aiutano l’educazione alla fede”.

Infatti, “sono numerosissimi i giovani – ha sottolineato – che manifestano una profonda sensibilità alle necessità altrui, specialmente a quelle dei poveri […]”, così come un “autentico interesse per le questioni di fede e di religione”, dimostrato anche dalla loro partecipazione agli Incontri Europei dei Giovani o alle Giornate Mondiali della Gioventù.

L’educazione alla fede nei giovani, ha quindi spiegato il Papa, “deve consistere prima di tutto nello sviluppare ciò che nell’uomo è buono”, e in questo “lo sviluppo del volontariato”, la creazione di “gruppi giovani della Caritas presso le parrocchie o presso le scuole” potrebbe offrire una notevole occasione.

Il Vescovo di Roma ha poi sottolineato fra le diverse iniziative utili alla formazione spirituale dei giovani “gli esercizi spirituali […] le giornate di ritorno per diversi gruppi, e anche le scuole di preghiera gestite in modo sistematico nelle parrocchie”.

Occorre “adoperarsi – ha aggiunto – affinché sorgano dei centri di esercizi spirituali ed altri luoghi di preghiera e di raccoglimento, affinché effettivamente, senza badare al costo materiale, diventino centri di formazione spirituale accessibili a tutti coloro che cercano un più profondo contatto con Dio”.

Il Pontefice ha poi posto l’accento sulla necessità di educare i bambini e i giovani “al gusto della preghiera” e in particolare alla Liturgia, “con una partecipazione attiva alla preparazione della Liturgia, tramite il coinvolgimento nella Liturgia della Parola, nel servizio dell’Altare, o nella cornice musicale”.

“Bisogna intensificare ancora gli sforzi – ha sottolineato – affinché la sollecitudine dei sacerdoti per l’appropriata celebrazione della Liturgica, per la bellezza della parola, del gesto, della musica siano sempre più il segno leggibile del salvifico Mysterium che si compone in essa”.

In merito alla collaborazione con la famiglia e con gli ambienti dei laici nel campo dell’educazione, il Papa ha riaffermato che: “La formazione delle giovani generazioni è un compito che spetta ai genitori, alla Chiesa e allo Stato. Perciò, rispettando un’opportuna autonomia, è necessaria una strettissima collaborazione della Chiesa con la scuola, con gli atenei e con altre istituzioni laiche”.

“Quanto all’insegnamento della religione e alla catechesi nella scuola”, essa “deve conservare la sua autentica dimensione evangelica di trasmissione e di testimonianza di fede”, ha sottolineato.

Inoltre, poiché la collaborazione all’opera dell’educazione da parte dei genitori e degli altri laici richiede “una preparazione personale e un continuo approfondimento della conoscenza religiosa, della spiritualità e della correzione degli atteggiamenti in base al Vangelo e al Magistero”, il Papa ha esortato i Vescovi a intensificare “gli sforzi per organizzare la catechesi degli adulti ove essa manchi e per sostenere gli ambienti, che già intraprendono un insegnamento di questo tipo”.

Infine Benedetto XVI ha affrontato i temi della pastorale universitaria, del mondo della cultura e dei mezzi di comunicazione di massa.

In particolare, in merito alla pastorale universitaria il Papa ha prima riconosciuto che “dopo anni di mancanza di libertà, la Chiesa ha potuto istituire in Polonia nuove proprie università e facoltà teologiche”, esortando poi i presuli “a sostenere gli ambienti scientifici ecclesiali, a curare l’istruzione e lo sviluppo del personale appartenente al clero e al laicato e a provvedere per loro un’adeguata base materiale”.

Il Papa ha quindi invitato i Vescovi a impegnarsi perché la Polonia non perda il suo “ricco patrimonio basato sui valori cristiani”, ed ha sottolineato al contempo il ruolo particolare dei mezzi di comunicazione di massa “prezioso strumento di evangelizzazione” della cultura.

Benedetto XVI ha concluso il suo discorso citando la Dichiarazione del Concilio Vaticano II “Gravissimum educationis”, nella quale i Padri Conciliari ricordavano “il dovere gravissimo di provvedere a che tutti i fedeli ricevano questa educazione cristiana, specialmente i giovani che sono la speranza della Chiesa” (cfr. n. 2).

Riconoscendo le sfide sempre più impegnative poste oggi a questa esortazione dai fenomeni sociali attuali, il Papa ha infine espresso ai presuli i propri auguri affinché “la luce dello Spirito Santo” li accompagni nella “perseverante realizzazione di essa”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione