Chiesa cattolica meno europea e più africana, secondo le statistiche

Il cattolicesimo all’inizio del Pontificato di Benedetto XVI in numeri

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 17 maggio 2005 (ZENIT.org).- La più grande sfida che Benedetto XVI deve affrontare all’inizio del suo Pontificato, secondo le statistiche, è la mancanza di crescita della Chiesa cattolica in Europa.

La grande speranza, invece, è costituita dall’Africa, dove negli ultimi 25 anni i cattolici sono quasi triplicati, secondo quanto si può constatare leggendo l’edizione pubblicata recentemente dell’“Annuarium Statisticum Ecclesiae 2003”, preparato dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

I risultati del volume sono stati illustrati in un ampio rapporto pubblicato dall’edizione quotidiana in italiano de “L’Osservatore Romano” (9-10 maggio 2005).

Nell’arco temporale che va dal 1978 al 2003, i cattolici nel mondo sono complessivamente passati da quasi 757 milioni a 1,085 miliardi, con un incremento assoluto di 329 milioni di fedeli e una percentuale pari al 43,5%.

Confrontando questi dati con l’evoluzione della popolazione mondiale nello stesso periodo, passata da 4,2 a 6,3 miliardi, si osserva che l’incidenza dei cattolici a livello planetario è lievemente diminuita, da quasi il 18% a poco oltre il 17%.

“Per l’Europa si registra un’evidente stazionarietà”, constata il quotidiano della Santa Sede analizzando i dati statistici.

Nel 2003 i fedeli battezzati ammontavano a quasi 280 milioni: circa 13 milioni in più rispetto al 1978 e appena 300.000 più del 1988.

“Tale stasi è da imputare quasi esclusivamente alla ben nota situazione demografica europea, la cui popolazione sta cessando di crescere, è anzi prevista in netto declino per i prossimi decenni”, afferma “L’Osservatore Romano”.

Anche se si ragiona in termini relativi, il numero di cattolici europei ogni cento abitanti è rimasto pressoché invariato: da 40,5 a 39,6.

All’opposto dell’Europa si pone la realtà africana, vivacemente dinamica, dove i cattolici sono poco meno che triplicati: nel 1978 erano circa 55 milioni e nel 2003 erano saliti a quasi 144 milioni.

“Solo in parte questo notevole aumento è imputabile a fattori puramente demografici: infatti, i cattolici, che erano il 12,4% della popolazione africana nel 1978, venticinque anni più tardi ne rappresentavano quasi il 17%”, sostiene il quotidiano vaticano.

Situazioni intermedie tra le due sopra descritte sono quelle registrate in America e in Asia, dove la crescita dei fedeli è stata certamente vigorosa (rispettivamente + 47,6% e + 78,2%), ma del tutto in linea con lo sviluppo demografico di questi due Continenti, come confermato dall’analisi in termini relativi: i fedeli americani rappresentano stabilmente il 62% della popolazione, mentre in Asia la percentuale, pur se in lieve crescita, non superava al 2003 il 3%.

Stazionarietà, su valori assoluti ovviamente assai inferiori, anche per quanto riguarda l’Oceania.

“Il risultato complessivo di queste dinamiche differenziate, sia per quanto riguarda gli aspetti demografici che la diffusione relativa dei fedeli, conferma, per l’arco temporale considerato, l’accresciuto peso del continente africano (i cui fedeli salgono dal 7% a oltre il 13% di quelli mondiali) e il netto calo di quello europeo, per il quale la percentuale è scesa dal 35 del 1978 a meno del 26 del 2003”, spiega “L’Osservatore Romano”.

“Per l’America si può parlare di consolidamento positivo: ormai quasi la metà dei fedeli nel mondo appartiene a quel continente”.

Secondo le statistiche de “Le religioni nel mondo” dell’Istituto Geografico De Agostini, valide per il 2000, il 36,6% degli abitanti del pianeta è cristiano, di cui il 17,5% è cattolico, il 5,6% protestante, il 3,6% ortodosso, l’1,3% anglicano, mentre il 6,8% appartiene ad altre confessioni cristiane e l’1,8% non aderisce ad alcuna Chiesa.

In base a questi dati, i musulmani superano i cattolici, perché nel 2000 rappresentavano il 19,6% della popolazione mondiale.

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ZENIT Staff

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