CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 8 maggio 2005 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la traduzione riportata da “L’Osservatore Romano” del discorso pronunciato questo sabato dal Papa Benedetto XVI durante l’udienza con i Vescovi dello Sri Lanka, al termine della loro visita “ad limina apostolorum” in Vaticano.
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Cari Fratelli nell’Episcopato,
1. In questi primi giorni di Pontificato sono lieto di darvi il benvenuto, Pastori della Chiesa dello Sri Lanka, in occasione della vostra visita ad Limina apostolorum, la prima dalla mia elezione. Vi ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a vostro nome il Vescovo Joseph Vianney Fernando, Presidente della vostra Conferenza Episcopale. Provenite da un Continente che si distingue particolarmente per la ricchezza di culture, di lingue e di tradizioni (cfr Ecclesia in Asia, n. 50) e testimoniate la fede profonda del vostro popolo in Gesù Cristo, l’unico Redentore del mondo. Prego affinché il vostro pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo possa rinnovare il vostro impegno a servire e a proclamare Cristo con convinzione cosicché si accresca nel vostro popolo la conoscenza e l’amore di Colui che è venuto perché “abbiano vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10).
2. Lo scorso dicembre, come altre innumerevoli persone nel mondo, sono rimasto profondamente turbato nell’osservare gli effetti devastanti dello tsunami che ha mietuto un grande numero di vittime nel solo Sri Lanka e ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza tetto. Vi prego di accettare il mio profondo cordoglio e quello dei cattolici di ogni luogo per tutti coloro che hanno dovuto sopportare tali terribili perdite. Nei volti di quelle persone private di tutto, non possiamo non riconoscere il volto sofferente di Cristo e, di fatto, è Lui che serviamo quando mostriamo amore e compassione per i bisognosi (cfr Mt 25, 40).
La comunità cristiana ha il dovere particolare di prendersi cura dei bambini che hanno perso i genitori a causa della calamità naturale. Il Regno di Dio appartiene a questi più vulnerabili membri della società (cfr Mt 19, 14), che troppo spesso vengono semplicemente dimenticati o sfruttati senza vergogna come soldati, forza lavoro o vittime innocenti del traffico di esseri umani. Non bisogna lesinare alcuno sforzo per esortare le autorità civili e la comunità internazionale a combattere questi abusi e a offrire ai bambini la tutela legale che giustamente meritano.
Anche nei momenti più bui della nostra vita, sappiamo che Dio non è mai assente. San Paolo ci ricorda che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8, 28) e ciò è stato reso evidente dalla generosità senza precedenti della risposta umanitaria allo tsunami. Desidero lodare tutti voi per il modo eccezionale con cui la Chiesa nello Sri Lanka ha lottato per soddisfare le esigenze materiali, morali, psicologiche e spirituali delle vittime. Possiamo riconoscere ulteriori segni della bontà di Dio nella cooperazione e nella collaborazione di così tanti diversi elementi della società uniti nello sforzo di recare aiuto. E’ stato rincuorante vedere membri di diverse religioni e di diversi gruppi etnici nello Sri Lanka e di tutta la comunità globale riunirsi per mostrare la propria solidarietà verso gli afflitti e riscoprire in tal modo i vincoli fraterni che li uniscono. Ho fiducia nel fatto che troverete altri modi per rendere ancora più fecondi i risultati di questa cooperazione, in particolare garantendo che gli aiuti siano offerti gratuitamente a tutti coloro che ne hanno bisogno.
3. La Chiesa nello Sri Lanka è giovane, un terzo della popolazione ha infatti meno di quindici anni, e ciò costituisce una grande speranza per il futuro. Quindi, l’educazione religiosa nelle scuole deve essere una priorità. Indipendentemente dalle difficoltà che incontrerete in questo settore, non lasciativi dissuadere dallo svolgimento di questo vostro compito! Parimenti, i seminari richiedono un’attenzione particolare da parte dei Vescovi ( Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi, 84-9 1) e vi esorto a essere sempre più vigili nel garantire ai vostri seminaristi una sana formazione spirituale e teologica. Devono essere ispirati a esercitare il loro futuro apostolato in modo da spingere altri a seguire Cristo. Più santi, più gioiosi e più entusiasti saranno nel loro ministero sacerdotale, più quest’ultimo sarà fecondo (cfr Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo 11 ai sacerdoti per il martedì santo 2005, n. 7). E’ gratificante sapere che il vostro Paese è già benedetto da un buon numero di vocazioni al sacerdozio e prego affinché molti altri giovani riconoscano la chiamata di Dio a donarsi completamente per la salvezza del Regno e rispondano ad essa.
4. Per concludere le mie osservazioni con voi oggi, vi presento l’immagine dei discepoli lungo il cammino per Emmaus, recentemente tanto evocata dal mio amato predecessore per guidarci in questo Anno Eucaristico. Cristo stesso li accompagnò lungo il cammino. Aprì loro gli occhi sulla verità contenuta nelle Scritture, riaccese la loro speranza e si rivelò a loro nella frazione del pane (cfr Mane nobiscum Domine, n. 1). Egli vi accompagna anche mentre guidate il vostro popolo lungo il sentiero della sequela di Cristo. Rinnovate la vostra fiducia in Lui! Aprite a Lui il vostro cuore! Imploratelo, in unione con tutta la Chiesa nel mondo: “ Mane nobiscum, Domine”.
Affidando voi e i vostri sacerdoti, diaconi, religiosi e fedeli laici all’intercessione di Maria, Donna dell’Eucaristia, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di grazia e di forza nel suo Figlio, nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.