CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 18 gennaio 2005 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II ha chiesto di rafforzare l’impegno a favore del dialogo tra Ebrei e Cattolici ricevendo questo martedì un gruppo di circa 160 rabbini e cantori di Israele, Europa e Stati Uniti.
L’incontro senza precedenti – non erano mai giunti in Vaticano tanti rabbini per un’udienza privata con il Papa – è stato sollecitato dalla “Pave the Way Foundation” per ricordare i quarant’anni della dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate (28 ottobre 1965), che ha segnato una tappa decisiva per il dialogo ebraico-cristiano.
Gary Krupp, presidente della Fondazione, aveva proposto l’incontro come un’opportunità per ringraziare il Papa Karol Wojtyla per lo straordinario sforzo compiuto con la sua vita, e soprattutto con i suoi oltre ventisei anni di pontificato, nella lotta contro l’antisemitismo.
“Possa questa essere un’occasione per un rinnovato impegno a favore di una maggiore comprensione e cooperazione nel servizio della costruzione di un mondo sempre più basato sul rispetto per l’immagine divina in ogni essere umano”, ha affermato il Papa nel breve saluto rivolto ai suoi ospiti in lingua inglese.
“Su tutti voi invoco le abbondanti benedizioni dell’Onnipotente e, in particolare, il dono della pace”, ha detto prima di concludere con il saluto ebraico: “Shalom aleichem” (“La pace sia con voi”, ndr)
Nell’indirizzo di saluto rivolto al vescovo di Roma a nome dei presenti, il signor Krupp ha ripercorso tutti i gesti di questo pontificato che hanno dato un impulso storico al dialogo tra Ebrei e Cattolici.
“Poco dopo la sua elezione al trono di San Pietro, ha compiuto un significativo viaggio ad Auschwitz per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto. Ha difeso il popolo ebraico in ogni circostanza, come sacerdote in Polonia e durante i ventisei anni del suo pontificato”, ha affermato.
“Ha denunciato l’antisemitismo come un ‘peccato contro Dio e contro l’umanità’ – ha aggiunto –. Questo tono di riconciliazione è diventato la pietra miliare del suo papato e delle sue relazioni con il popolo ebraico”.
Come ha poi ricordato, Giovanni Paolo II è stato il primo Papa dopo San Pietro a visitare una sinagoga, è stato colui che ha stabilito relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato di Israele ed ha commosso Ebrei e Cattolici visitando la Terra Santa il 21 marzo 2000, quando ha posto in un fessura del Muro del Pianto di Gerusalemme una preghiera in cui chiedeva perdono.
“Per i suoi atti d’amore nei confronti dell’umanità intera e per la sua instancabile ricerca della pace e della riconciliazione di tutte le fedi, Sua Santità è davvero la personificazione di questi ideali e dello spirito di Aronne, il sommo sacerdote dell’antico Israele”, ha affermato il rappresentante ebraico.
“Il mio desiderio è che gli Ebrei, i Cristiani e i Musulmani, i tre figli di Abramo, possano presto unirsi in una causa comune e in un’unica voce per difendere tutta l’umanità contro quanti diffamano Dio commettendo ingiustificati atti di violenza nel Suo santo nome”, ha concluso pronunciando poi tre volte “thank you” e “shalom”.
Alla vigilia dell’incontro, il signor Krupp ha annunciato che il Vaticano ha dato il permesso per il prestito dei Manoscritti di Maimonide (1138-1204) – grande filosofo e teologo ebreo nato a Córdoba (Spagna) – insieme ad altri grandi scritti ebraici al Museo di Israele per l’esposizione allestita in occasione del 40° anniversario nella primavera 2005.
La delegazione ha consegnato al Papa una scultura di cristallo dal titolo gli “Ideali di Aronne”. Tre rabbini hanno poi pronunciato una benedizione per Giovanni Paolo II.
L’udienza si è conclusa con un canto dei cantori presenti.
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Jan 18, 2005 00:00