In un messaggio inviato a nome del Papa dal cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato, all’arcivescovo Antonio Pennini, nunzio apostolico presso la Federazione Russa, Giovanni Paolo II ha comunicato il proprio dolore alle autorità russe, ai familiari e ai cari delle vittime.
Il Pontefice “invoca da Dio conforto per quanti soffrono grave perdita [dei] loro cari” e assicura la sua “particolare vicinanza spirituale”, si legge nel telegramma diffuso questo giovedì dalla Sala Stampa vaticana.
Vladímir Yakóvlev, rappresentante del presidente russo, Vladimir Putin, per il distretto federale sud, ha affermato che la principale pista seguita nelle investigazioni sulle cause dei disastri aerei “continua ad essere quella degli atti terroristici”, secondo quanto informato dall’agenzia russa Itar-Tass.
I due aerei erano scomparsi dagli schermi radar a pochi minuti l’uno dall’altro. Il primo, un Tupolev 134, era diretto a Volgograd, ma si sarebbe schiantato al suolo appena mezz’ora dopo il decollo, a 180 chilometri dalla capitale. L’altro, un Tupolev 154, precipitato sulla verticale di Rostov sul Don, avrebbe fatto in tempo a lanciare il segnale di una anomalia in corso.
Lo studio condotto al momento sulle scatole nere rinvenute dei due aeroplani non hanno permesso di stabilire le cause della doppia catastrofe, ha detto il rappresentante di Putin.
Tuttavia secondo i servizi di sicurezza federali (FSB) a cui il presidente Putin avrebbe affidato le indagini, a parlare di un duplice attentato ci sarebbero alcune circostanze: il fatto che i due disastri siano avvenuti a soli 2 minuti di distanza ed il fatto che a Soci sul mar Nero, dove era atteso uno degli aerei, il presidente russo Vladimir Putin sta trascorrendo in questi giorni un periodo di vacanza. Inoltre il duplice incidente arriva a poca distanza dalle controverse elezioni in Cecenia.