Relatore principale dell’incontro è stato monsignor Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Dato rilevante, al termine della relazione di Betori, l’incontro avvenuto tra i due movimenti ecclesiali più impegnati del mondo cattolico italiano: Azione Cattolica e Comunione e Liberazione .

Paola Bignardi, presidente dell’ Azione Cattolica Italiana è intervenuta per un saluto al quale Cesana ed il popolo del Meeting hanno mostrato un profondo apprezzamento tributandole un prolungato applauso.

I giornali italiani hanno parlato di una svolta che su indicazione dei vescovi Italiani vede riunire le due grandi realtà associative. In realtà è sembrato evidente l’accoglimento dell’invito di monsignor Betori a rilanciare il cattolicesimo popolare, con valori di riferimento ed un identità cristiana tali da superare tutte le divisioni.

Betori ha detto di aver gradito molto il titolo del Meeting, e che da quel “tendere alla meta” ha dato il via al suo intervento.

Riprendendo le parole dell’evangelista Luca “Gesù indurì il suo volto per incamminarsi verso Gerusalemme”, il monsignore ha indicato “Gerusalemme come meta”. Una strada da percorrere, ha spiegato, dove ci sono tentazioni di ogni genere, dove non si può sfuggire alla concretezza della storia.

Ecco la Chiesa che cammina nella quotidianità, pronta al confronto, anche quello più esigente, ma senza sconti.

Nessuna scelta di rinchiudersi in se stessa, ma una Chiesa capace di evangelizzare, di spendersi in concretezza, di sperare e dar speranza .

“In questo cammino le Associazioni e i movimenti sono una grande ricchezza. Una modalità di incontro della fede, di incontro personale”, ha sottolineato il vescovo.

Monsignor Betori ha detto chiaramente che “bisogna essere se stessi per essere di sostegno agli altri”.

Identità e apertura sono i due confini, ha affermato additando nell’ “aria nuova che spira nella Chiesa” una stagione fatta di maggiore presenza fraterna, di rinnovata consapevolezza ad essere testimoni di un unico popolo.

La strada indicata da Betori è nel solco della missionarietà tracciata da Giovanni Paolo II: una missionarietà fatta di maggiore spiritualità e maggior coraggio di presenza.

La spiritualità di riferimento è quella dei santi come Benedetto, Francesco, Chiara, ed è la missionarietà che “parte dall’Eucarestia: dono di sè nella comunione con gli altri”.

Il Segretario generale della CEI ha parlato inoltre della necessità di una educazione alla fede, di riannuncio del Vangelo in un contesto culturale ormai lontano ed ostile al cristianesimo.

C’è bisogno di una nuova cultura e di cattolici che non siano più in diaspora, ha sottolineato il prelato.

A questo proposito Betori ha affermato che “Il Meeting si colloca esattamente all’interno del progetto culturale della Chiesa cattolica: progetto che vede anche il rilancio delle Comunicazioni Sociali”.

Il segretario della CEI ha anche toccato il tema delicato dell’impegno politico dei cattolici. Finita la stagione dell’unità di partito, l’attenzione oggi sta nel non svendere mai, in qualsiasi partito si possa militare, il patrimonio della fede.

Betori ha indicato punti irrinunciabili su cui si deve creare convergenza tra i cattolici, e cioè: la promozione dei diritti dell’uomo, la solidarietà nazionale, il sostegno alla famiglia basata sul matrimonio, la libertà di educazione, il pluralismo dei mezzi di comunicazione, l’esercizio della giustizia, la solidarietà e la pace tra le nazioni.

Nell’orizzonte di impegno della Chiesa italiana, Betori ha parlato della necessità del rilancio della “natura popolare del cattolicesimo”, di cui la parrocchia ritorna ad essere punto centrale.

“Una parrocchia capace di valorizzare i movimenti e le associazioni, una parrocchia lontana dal rischio di un’autoreferenzialità sterile o di una trasformazione in una sorta di centro servizi religiosi”, ha continuato.

“La Chiesa ha bisogno di affidarsi alle radici dell’istituzione ma anche di aprirsi alla novità dei carismi”, ha aggiunto il monsignore.

Monsignor Betori ha concluso quindi facendosi portavoce a Rimini della stima dei vescovi per CL “anticipatrice di tanti temi pastorali e partecipe attiva della Chiesa italiana”.

“Sentiamo CL nè insensibile, nè estranea, ma attenta pronta disponibile generosa”, ha detto il presule.

Il Segretario generale della CEI ha portato a don Luigi Giussani la gratitudine della Chiesa italiana: 50 anni fa al Berchet avviava una presenza di Chiesa “che ha permesso – per dono di Dio – a tanti giovani di scoprire la fede come verità della propria vita”.