Dall’incontro con il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, a Strasburgo, a quello con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, in Turchia. Il tutto nel giro di due giorni. Non sarà un fine novembre facile quello di Papa Francesco. Per l’instancabile Pontefice argentino si prospetta un doppio viaggio internazionale a poco tempo di distanza l’uno dall’altro: il quinto e il sesto dall’inizio del suo pontificato.
Il primo avverrà a Strasburgo, appunto, il 25 novembre, dove, su invito del presidente Martin Schulz, il Papa parteciperà ad un’assemblea del Parlamento Europeo e visiterà il Consiglio d’Europa. Il secondo ad Ankara e Istanbul in Turchia, dal 28 al 30 novembre, in occasione delle celebrazioni per la Festa di Sant’Andrea, patrono del Patriarcato ecumenico.
Date imprescindibili, queste, che hanno determinato la “strana vicinanza” dei due viaggi, come ha osservato padre Federico Lombardi nel briefing di presentazione oggi, in Sala Stampa vaticana. Sicuramente “un record” nella storia del papato, come pure è un record la permanenza di Bergoglio a Strasburgo: 3 ore e 50 minuti a terra, “il più breve viaggio mai compiuto da un Pontefice”.
Padre Lombardi ha poi chiarito la natura di questa trasferta del Papa nella città francese: “È un viaggio – ha detto – che non ha alcun evento pastorale, religioso, liturgico, ma determinato dalla finalità dell’incontro con le due grandi istituzioni europee dalle quali è stato invitato, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa. Il Papa aveva altri desideri, ma ha preferito ‘contenere’ il viaggio per l’Europa e non per la Francia”. Tanto da aver declinato pure l’invito dell’arcivescovo di Strasburgo a visitare la storica cattedrale che festeggia quest'anno il suo millenario.
Anche il protocollo rispecchierà la scelta del Santo Padre. Ad esempio, non ci sarà il presidente francese Hollande ad accogliere il Papa, ma il segretario di Stato per gli Affari europei; e dall’aeroporto all’Eurocamera Bergoglio si muoverà in macchina blindata e non in papamobile dato che non è previsto un incontro con la popolazione.
“Nonostante la brevità, tuttavia, il viaggio sarà un’occasione di grandissimo rilievo”, ha affermato padre Lombardi, attraverso il quale “il Papa parlerà all’Europa intera”. E le parlerà per ben due volte, rivolgendo due discorsi in italiano – differenti perché rivolti a due audience diverse, ma “in parte sovrapponibili” – prima al Parlamento europeo, poi al Consiglio d’Europa.
Queste due, ci ha tenuto a precisare poi Lombardi, sono istituzioni ben distinte: il primo organismo, elettivo, è parte dell’Unione europea e vede al suo interno 751 deputati eletti in 28 stati membri che rappresentano 508 milioni di cittadini; il secondo, nato molto prima, è composto invece da parlamentari nazionali in rappresentanza di 47 stati membri, anche dell’Est come Ucraina e Russia. Proprio per avere la possibilità di visitare il Consiglio d’Europa, il Papa ha preferito recarsi a Strasburgo e non a Bruxelles.
Illustrando il programma, il portavoce vaticano ha spiegato che all’Eurocamera, Francesco, dopo un discorso introdotto dal presidente Schulz, incontrerà il premier italiano Matteo Renzi, presidente di turno del Consiglio Ue, Jean Claude Junker, nuovo presidente della Commissione Ue, e Herman Van Rompuy, presidente uscente del Consiglio europeo.
Poi si trasferirà al vicino Consiglio d'Europa, dove sarà accolto da Thorbjorn Jagland, segretario generale, e dalla presidente svizzera dell’assemblea parlamentare, Anne Brasseur, prima di pronunciare il secondo discorso della seconda sessione straordinaria. Oltre ai nunzi presso le due istituzioni saranno presenti anche il cardinale Peter Erdo, presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE) e il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e presidente della COMECE, Commissione delle Conferenze Episcopali della comunità europea. Giunto alle 10 all’aeroporto di Strasburgo, il Papa ripartirà per Roma alle 13.50.
Qualcuno in Sala Stampa ricordava le contestazioni di un europarlamentare sulla presenza del Pontefice nelle istituzioni europee. Padre Lombardi ha risposto chiarendo che “come tutti sappiamo benissimo, il Papa non è un capo politico di Stato con poteri militari, economici e interessi particolari” e che la sua presenza nel mondo delle organizzazioni internazionali va vista come “quella di una personalità riconosciuta a livello internazionale e mondiale come grande autorità di carattere religioso e morale. Gli stessi Stati e le stesse Istituzioni desiderano avere rapporti con questa autorità, avere rappresentanti presso questa autorità – pensiamo agli ambasciatori presso la Santa Sede -. E anche le autorità politiche del mondo riconoscono quello che il Papa fa e dice per i grandi valori dell’umanità”.
Come lo riconoscono anche i rappresentanti delle altre religioni. Il Patriarca Bartolomeo soprattutto, che ha stretto ormai con il Pontefice argentino un rapporto di “profonda e vera amicizia”, sin dalla prima messa di inizio del ministero petrino. Lo stesso Patriarca, insieme al presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, e al presidente della Conferenza Episcopale, ha invitato Bergoglio in Turchia, anche per mantenere viva la tradizione dei viaggi del Successore di Pietro sul Bosforo.
Padre Lombardi ha quindi ricordato i viaggi di Paolo VI nel 1967, di Giovanni Paolo II nel ’79, e di Benedetto XVI nel 2006. Tutti eventi che hanno rinforzato i legami tra Santa Sede e Turchia, già comunque consolidati dall’amore che Giovanni XXIII nutriva per questa terra dove fu nunzio per dieci anni. Un amore del tutto ricambiato.
Il direttore della Sala Stampa vaticana ha poi confermato l’intenso programma delle tappe ad Ankara e Istanbul, già diffuso lo scorso 21 ottobre, aggiungendo che Francesco non si recherà a Smirne né ad Efeso alla casa di Maria, come fece a suo tempo Benedetto XVI in un’occasione “devota, bellissima e piacevole”, nonostante alcuni siti web in questi giorni dicessero il contrario.
Il gesuita ha infine risposte alle domande di alcuni giornalisti che richiamavano le polemiche di queste settimane sull’esoso palazzo del presidente Erdogan, dove Papa Francesco sarà ricevuto il primo giorno della visita. “È un problema che non riguarda la Santa Sede o il Papa", ha tagliato corto Lombardi, “il Papa, seppur un’autorità, è una persona che viene invitata e va, come ogni persona educata, dove il Presidente lo riceve”.
A proposito di polemiche, qualcuno ha rammentato anche le discussioni che accompagnarono il viaggio di Ratzinger in Turchia circa la sua presunta ‘preghiera’ nella moschea blu di Istanbul. Francesco farà lo stesso? Il Santo Padre – ha spiegato il portavoce vaticano - potrebbe pregare quando visiterà la moschea ma non si tratterebbe di una "preghiera formale o pubblica”, ma piuttosto di “un momento di "raccoglimento personale”, durante il quale il Pontefice "senza esprimere esteriormente atteggiamenti o parole specifiche" del cristianesimo, si metterà di fronte a Dio in un atteggiamento anche di rispetto per un luogo così importante per un’altra religione.
Sempre in tema di preghiera, Lombardi ha precisato che non è previsto un momento di “preghiera pubblica" nella tappa a Santa Sofia. Quasi certo invece un notevole dispiegamento di forze di sicurezza, come già avvenuto per la visita di Papa Benedetto, naturalmente a discrezione del governo locale.