In alcune rivelazioni sulle dimensioni dell’ondata di violenza che a febbraio ha sconvolto il nord della Nigeria, suor Christiana Akpah ha spiegato ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) che gli islamici dello Stato di Borno (nel nord-est del Paese) “sono incapaci di capire” la determinazione delle comunità cristiane a perdonare i loro oppressori.

A più di tre mesi dagli attacchi, suor Christiana, che opera nella località di Shuwa (a circa 170 chilometri da Maiduguri), ha descritto come i cristiani stiano cercando di superare una delle peggiori serie di atti violenti nella storia recente della regione.

Venerdì 17 febbraio, 58 persone sono state assassinate in Borno, e quasi 50 chiese sono state assaltate. Anche centinaia di negozi sono stati distrutti. La violenza si è scatenata a causa delle vignette sul profeta Maometto apparse su alcuni quotidiani occidentali.

Gli attacchi, particolarmente numerosi a Maiduguri, la capitale religiosa del Borno, erano parte di un ciclo di violenze più ampio che è costato la vita a 300 cristiani in tutto il nord della Nigeria.

Nonostante questo, secondo suor Christiana, i cattolici e i protestanti di Maiduguri hanno accolto l’appello alla non violenza lanciato dai loro leader.

“Soprattutto a partire dagli attacchi, le chiese sono pienissime, al punto che è stato necessario collocare tende per la gente che rimane fuori – ha detto la religiosa, appartenente alle Suore Agostiniane di Gesù Misericordioso –. Questo ci infonde una forza enorme”.

“I musulmani dicono che i cristiani devono avere qualcosa di speciale – ha aggiunto –. Dicono: ‘Guardate quello che abbiamo fatto loro, e continuano ad andare in chiesa e non cercano rappresaglie’”.

Come associazione impegnata nel sostegno ai cristiani che soffrono, ACS sta sovvenzionando la ricostruzione della casa parrocchiale adiacente alla cattedrale di Kontagora, una delle zone del nord della Nigeria teatro degli attacchi.