Di fronte ad una piazza San Pietro stracolma di pellegrini, il Pontefice ha preso spunto dalla parabola in cui Gesù parla della vite e dei tralci.

Pensando alla sua dipartita dal mondo, Gesù, vuole imprimere ai suoi discepoli una verità fondamentale. Quando lui non sarà più tra loro essi potranno essere uniti a lui in un modo nuovo.

Con l’immagine dei tralci che senza la vite non possono produrre frutti, Gesù insegna come rimanere in lui ed essere uniti a lui anche quando non sarà più fisicamente presente.

“Gesù è la vite e l’amore che passa ai tralci è lo Spirito Santo”.

“Noi siamo i tralci, e come tali non siamo autosufficienti ma dipendiamo dalla vite sorgente di vita”, ha sostenuto il Papa.

“Con il battesimo – ha aggiunto - abbiamo il dono della vita nuova in comunione con Cristo”. Attraverso la partecipazione ai sacramenti, soprattutto all’Eucarestia, riceviamo da Gesù l’amore ed i doni della grazia e della pace.

Ogni persona che è così unita a Gesù fa tanto bene alla società. La vita di Cristo diventa anche nostra. E così si riconosce se è un vero cristiano.

I frutti di questa unione con Gesù sono meravigliosi.  

“Vedere il mondo con gli occhi di Gesù, amare con il suo cuore e portare bontà e pace, questo è il nostro compito", ha proseguito il Pontefice.

“Ciascuno di noi è un tralcio di un'unica vite e tutti insieme portiamo i frutti di questa appartenenza alla Chiesa.”

“In questo modo esprimiamo la coerenza di vita e di fede e partecipiamo all’unica missione salvifica di Cristo”, ha detto al termine della sua introduzione alla preghiera mariana.  

Il testo integrale delle parole del Papa è disponibile qui.