BRASILIA, giovedì, 24 novembre 2005 (ZENIT.org).- Il Presidente del Fronte Parlamentare in Difesa della Vita ha annunciato questo giovedì che la sua associazione realizzerà una ricerca con i membri della Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia per sapere chi è favorevole e chi contrario al disegno di legge che depenalizza l’aborto in Brasile.

Il deputato Luiz Bassuma ha detto anche che verrà divulgata la lista dei parlamentari che difendono il disegno di legge, come ha reso noto l’ “Agência Câmara”.

La ricerca è una delle azioni che verranno intraprese dal Fronte per impedire che quanto proposto dal deputato federale Jandira Feghali circa il disegno di legge n. 1135/91 venga incluso nelle votazioni della Commissione. La proposta depenalizza l’aborto in qualsiasi circostanza, trasformandolo da crimine in diritto.

Membri del Fronte Parlamentare e rappresentanti di entità religiose hanno deciso che le copie della lista contenente i nomi dei deputati della Commissione favorevoli alla proposta verranno inviate alle chiese cattoliche ed evangeliche e ad altre strutture religiose di tutto il Paese.

Luiz Bassuma ha reso noto che i deputati che non risponderanno all’inchiesta saranno considerati favorevoli al progetto e vedranno il proprio nome incluso nella relazione.

Elimar Máximo Damasceno ha affermato che la mobilitazione dei gruppi contrari all’aborto è ancora apatica se paragonata a quella dei favorevoli al disegno di legge 1135/91. Damasceno stima che il 70% dei deputati della Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia siano favorevoli alla proposta.

Entro la fine dell’anno, il Fronte Parlamentare vuole consegnare al Presidente della Camera, Aldo Rebelo, un manifesto contro l’aborto, che ha già ottenuto 1,4 milioni di firme.

In un seminario previsto per il prossimo 7 dicembre, il fronte parlamentare dibatterà le ragioni di ordine morale, scientifico, religioso e giuridico che si oppongono alla legalizzazione dell’aborto.

Udienza pubblica

Questo martedì, alcuni esperti sono stati invitati a recarsi a Brasilia per parlare ai deputati della Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia della Camera nel corso dell’udienza pubblica sul disegno di legge che liberalizza l’aborto in Brasile.

Per il giurista e professore Ives Gandra Martins e il Viceprocuratore generale della Repubblica Cláudio Fonteles, che erano tra i relatori, il disegno di legge è incostituzionale.

Secondo Ives Gandra, il progetto viola l’articolo 5 della Costituzione, per il quale tutti sono uguali davanti alla legge e il diritto alla vita è inviolabile.

L’esperto ha anche ricordato che il Brasile ha firmato il Patto di San José del Costa Rica, del 1969, che stabilisce che la vita inizia con il concepimento.

Secondo Fonteles, “il diritto costituzionale è il maggiore dei diritti, e quindi supera tutti gli altri. L’interpretazione costituzionale, trattando l’inviolabilità della vita, fa sì che abbiamo il dovere giuridico di preservare la vita”, ha affermato.

“Poiché la vita inizia (secondo nove scienziati indicati) con la fecondazione, il disegno di legge è incostituzionale”, ha aggiunto Fonteles.

Il Viceprocuratore generale ha anche affermato che la Costituzione non è stata redatta da religiosi o scienziati, ma da parlamentari, e che deve essere rispettata da tutti.