ROMA, mercoledì, 26 aprile 2006 (ZENIT.org).- L’Unione delle Conferenze Europee di Superiori e Superiore Maggiori (UCESM) sta sostenendo le iniziative di alcune congregazioni religiose femminili contro lo sfruttamento sessuale e la prostituzione forzata durante lo svolgimento dei Mondiali di calcio, che avranno luogo questa estate in Germania.

In base ad una lettera di suor Annick Bimbenet, Segretaria generale dell’UCESM, le associazioni cattoliche che lavorano con donne in situazione di rischio ipotizzano la cifra di 40.000 giovani prostitute, molte delle quali provenienti dai Paesi dell’est, che giungeranno in Germania durante il campionato di calcio.

Queste associazioni denunciano il turismo sessuale, il traffico di donne e la mentalità che si cela dietro questo fenomeno che riduce le donne ad una merce di scambio.

Allo stesso modo, spiegano che molte di queste donne, oltre ad entrare clandestinamente in Germania, sono obbligate ad esercitare la prostituzione e, per la paura e la pressione a cui sono sottoposte, dichiarano alla polizia o ai servizi sociali di esercitarla volontariamente.

Il motto della campagna avviata per aiutare le vittime di questa tratta è “Cartellino rosso allo sfruttamento sessuale e alla prostituzione forzata”.

Numerose le azioni preventive portate a termine nei Paesi d’origine delle donne, così come le campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica europea, o la linea telefonica attivata per aiutare le donne che chiedono assistenza e che sarà attiva 24 ore su 24 durante lo svolgimento della Coppa del Mondo di Calcio.

L’UCESM, le Conferenze di Religiosi e Religiose della Germania, l’Alleanza Femminile Cattolica e la Comunità di Donne Cattoliche della Germania stanno sostenendo e canalizzando tutta l’azione attraverso il gruppo di lavoro Solidarietà con le Donne in Pericolo (SOLWODI, Solidarity with women in distress), una organizzazione che riunisce una ventina di congregazioni religiose femminili.

Per poter portare avanti queste iniziative, l’UCESM, sempre attraverso SOLWODI, chiede aiuti economici e la disponibilità di religiose che parlino inglese, francese, russo o rumeno durante i mesi estivi per poter assistere queste donne.

[Per ulteriori informazioni: solwodi@t-online.de]