di don Mariusz Frukacz

LUBLINO, lunedì, 1 ottobre 2012 (ZENIT.org).- “Alla ricerca dell’umanità in un uomo. La radici cristiane della speranza” è stato il tema del IV Congresso della cultura cristiana che si è svolto dal 27 al 30 settembre a Lublino.

Scopo del Congresso è quello di favorire un dibattito europeo sulla speranza nella cultura contemporanea, fra i credenti e non credenti.

All’assise hanno partecipato tra gli altri il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il ministro Rocco Buttiglione e l'arcivescovo Celestino Migliore.

I lavori, sono stati aperti venerdì 28 settembre, dall'arcivescovo Celestino Migliore sul “Contributo di Giovanni Paolo II alla comprensione della missione della Chiesa nel contesto politico europeo e mondiale”. Subito dopo, Rocco Buttiglione è intervenuto sul ruolo del Beato e della Chiesa Cattolica nell’ambito dei diritti umani.

Sabato 29, i partecipanti al Congresso hanno ascoltato una lezione del filosofo Bauman intitolata: "Immagine postmoderna dell'uomo nella società. Dove sono le fonti della speranza per un futuro migliore?”.

E’ intervenuto anche George Weigel sul tema “Visione della speranza cristiana nel contesto del neo-paganesimo del mondo moderno.”

Sabato sera, si è svolta nella Chiesa dei Padri Domenicani nel centro storico di Lublino, l’iniziativa chiamata “Dibattito per due pulpiti” sul tema “La fede e l’incredulità nella vita dei polacchi".

L'ultimo giorno del Congresso, sono intervenuti padre prof. Tomasz Halik sull’argomento "L'Europa ha subito una decristianizzazione? Le prospettive per il dialogo tra cristianesimo e neo-paganesimo” e il sociologo Mariański con una  "mappa religiosa dell'Europa e delle sue dinamiche contemporanee”.

Come ha riferito KAI (Agenzia Cattolica delle Informazioni in Polonia) il filosofo e politico italiano Rocco Buttiglione ha spiegato che " Nel dibattito politico non si possono imporre le verità dogmatiche, ma è altrettanto impossibile escludere dalla discussione l'esperienza di vita perché conferma la visione di una educazione cristiana”.

Parlando dei diritti umani Bottiglione ha sottolineato la “svolta antropologica” con cui il Concilio Vaticano II ha segnato la teologia cattolica.

In questo contesto si colloca il pensiero di Papa Wojtyla.

Nell'enciclica "Redemptor hominis – ha precisato Bottiglione -  l'uomo di Wojtyla non è individuo astratto e solitario. È un uomo creato come maschio e femmina, che porta nel suo corpo un bisogno di relazione verso l’altro. Un uomo inteso come essere fisico e sociale, soggetto di diritti e doveri”.

“Il primo diritto umano è considerare l’uomo come uomo"- ha sottolineato Buttiglione .

Il filosofo e politico ha spiegato la differenza tra la concezione cattolica dell'uomo e la concezione oggi dominante, la cui essenza riguarda la questione della libertà.

Buttiglione ha messo in guardia contro “un nuovo modello di diritti umani in cui l’uomo pratica la sua libertà in una situazione di assoluta solitudine.”

Rispondendo a una domanda circa l'atteggiamento del cristiano nel mondo di oggi Bottiglione ha sottolineato la necessità della testimonianza. 

Il filosofo italiano ha sottolineato anche “la necessità di lottare per un'Europa migliore, in cui, con l'aiuto dello Spirito Santo, la Chiesasi accende”.

“I Seguaci di Cristo devono tendere alla santità, che è la più profonda verità dell’uomo fatto ad immagine di Dio” ha detto Buttiglione sottolineando la necessità della presenza dei cristiani in politica.

L'arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico in Polonia, ha parlato del “contributo di Giovanni Paolo II nel far capire al mondo il ruolo della religione come decisivo per un nuovo ordine mondiale basato sulla solidarietà e sulla sussidiarietà”.

Giovanni Paolo II è stato un predicatore, - ha affermato il Nunzio - per "una nuova cultura della solidarietà", che “a posto delle divisioni ideologiche, dovrebbe caratterizzare la vita delle società, delle nazioni e del mondo globalizzato”.

Secondo l'arcivescovo Migliore Papa Giovanni Paolo II ha indicato la religione, come condizione per costruire la pace nel mondo.

“Per Giovanni Paolo II i leader religiosi dovranno utilizzare i metodi che sono loro propri, come la persuasione, la conversione dei cuori, il dialogo, il negoziato e la riconciliazione per conseguire la pace” 

L’arcivescovo Migliore ha concluso sottolineando che “la forza di Giovanni Paolo II come un grande capo religioso non si basava sull’istituzione che ha rappresentato, ma sull’autorità morale delle sue iniziative.”

Il primo Congresso della cultura cristiana, vide la luce, sotto gli auspici del Pontificio Consiglio della Cultura, il 6-7 novembre 2000. In quell’occasione, sul tema "Il Sacro e la cultura: le radici cristiane del futuro", intervennero eccezionali personalità ecclesiastiche, come i cardinali Paul Poupard e Miroslav Vlk, e numerosi luminari del mondo della cultura e della scienza, quali Ryszard Kapuscinski, Leszek Kolakowski e Andrzej Wajda.

* Per maggiori informazioni, consultare il sito web del Congresso: www.kongres.lublin.pl