ROMA, mercoledì, 20 giugno 2012 (ZENIT.org) - Ruspe al lavoro nell’ex convento di Sant’Orsola, imponente immobile situato nel centro storico di Firenze. Il luogo in cui fu sepolta nel 1542 Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, si è trasformato da qualche giorno in un cantiere, allo scopo di rimuovere lo spesso strato di cemento che fu gettato sull’antico pavimento quando l’ex convento sembrava destinato ad ospitare una caserma della Guardia di Finanza. Ora che l’immobile è finito alla Provincia di Firenze è cambiata totalmente anche la destinazione d’uso, secondo quando previsto da uno specifico project financing. Prima di avviare i lavori di recupero dell’immobile la Provincia ha avviato uno scavo archeologico, secondo quanto richiesto in via preliminare dalla Soprintendenza archeologica di Firenze.

L’indagine archeologica – ha sottolineato l’Assessore all’Edilizia della Provincia di Firenze, Stefano Giorgetti - voluta dalla Soprintendenza, prima del restauro dell’immobile avrà un costo complessivo di 110mila euro e sarà finanziata dalla Provincia di Firenze”.

Così il 29 giugno, quando i lavori di rimozione del cemento sarannoterminati, inizieranno i veri e propri scavi di carattere archeologico sotto il coordinamento della Direzione generale Toscana della Soprintendenza Archeologica. E il 29 giugno riprenderà anche lo studio condotto dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, inerente la verifica dell’ipotesi circa una possibile sepoltura della Monna Lisa all’interno dell’ex convento di Firenze.

Ormai non vi sono più dubbi sul fatto che Lisa Gherardini sia stata tra il 1502 e il 1503 ‘la prima’ modella della Gioconda, un quadro lacui realizzazione ha accompagnato Leonardo per quasi 15 anni – ha detto Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali –. Il dubbio è sciolto soprattutto da quando è stato ritrovato in Germanio lo scritto di Agostino Vespucci, che fu scrivano di Leonardo, il quale paragona ad Apelle l’opera incompiuta del genio di Vinci: “Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Lise del Giocondo”. Ovvero: come il pittore Apelle così fa Leonardo daVinci in tutti i suoi dipinti, ad esempio per la testa di Lisa del Giocondo”.

Quindi – conclude Vinceti – possiamo dire con sicurezza, anche inbase a quanto ha scritto il Vasari e a quanto è poi emerso dalle ricerche agli infrarossi effettuate al Louvre, che la Giocandari produce le caratteristiche somatiche di Lisa Gherardini, soprattuttola struttura del viso, gli occhi, gli zigomi e il collo. Invece il celebre sorriso è probabile che sia stato ispirato dal Salai che dal 1510 divenne il modello preferito di Leonardo”.