Dopo cinque anni di discussione la legge è stata approvata il 26 febbraio 2004 alla Camera ed il 26 marzo al Senato. Il partito repubblicano nel sostenerla ha affermato che lo scopo del testo è quello di punire i crimini commessi contro le madri ed i nascituri.
Intervistato dalla Radio Vaticana, monsignor Elio Sgreccia, vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha spiegato che: “Indubbiamente, è un fatto giuridicamente e eticamente molto rilevante perché di fronte all’unico principio che regolava l’atteggiamento verso il nascituro, stabilito dalle sentenze delle Corti Supreme negli Stati Uniti, il principio cioè di libertà della donna, qui si pone l’altro principio prioritario, a nostro avviso, cioè che il feto rappresenta un essere umano che ha rilevanza giuridica, che deve essere rispettato come uomo”.
“Dovrebbe essere a prescindere da ogni giudizio di parte politica un fatto unanimemente riconosciuto all’interno dei diritti dell’uomo”, ha poi commentato.
Circa i significato di questa legge, monsignor Sgreccia ha precisato che la legge : “Va contro un principio cosiddetto di ‘autonomia’, un principio libertario che vuole avere sul nascituro un potere degli adulti di vita e di morte, cosa che è anti-umana, perché è contro l’uguaglianza di tutti gli uomini, di tutti gli esseri umani e l’essere umano non comincia con la nascita, comincia prima”.
“La Carta di Costa Rica, gli Stati del Sudamerica, avevano già interpretato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo in questo senso e per tutte le nazioni dell’America del Sud questa Carta stabilisce che la vita umana comincia dal concepimento”, ha concluso in seguito il prelato.
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Apr 02, 2004 00:00