ROMA, giovedì, 5 maggio 2011 (ZENIT.org).- “Con spirito di collaborazione, sin dai primi invii, abbiamo messo a disposizione delle Prefetture le nostre strutture e continueremo ad operare in stretto collegamento con le istituzioni”: commenta così Luciano Gualzetti, vice direttore della Caritas ambrosiana, la mobilitazione di operatori e volontari per l’accoglienza dei richiedenti asilo giunti in Lombardia dal Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Bari-Palese.

“A Lecco – spiega una nota della Caritas ambrosiana - i volontari delle Caritas parrocchiali hanno distribuito biancheria intima, vestiti, scarpe, spazzolini da denti a circa 30 richiedenti asilo inviati dalla Prefettura martedì sera negli alberghi della provincia” mentre “i volontari dei centri di ascolto parrocchiali stanno facendo i primi colloqui per verificare i bisogni più urgenti degli ospiti”.

Nel Varesotto 15 profughi sono stati accolti dagli operatori Caritas hanno nelle strutture di accoglienza di Varese (12 persone nel centro per richiedenti asilo di via Conciliazione che aveva già ospitato i tunisini, giunti con il primo gruppo di invii, prima di Pasqua) e Busto Arsizio (3 persone a Casa Onesimo, un centro usato di solito per accogliere ex detenuti e gravi emarginati).

Intanto nel Milanese al Pensionato Sant’Ambrogio di Magenta, gestito dall’associazione San Vincenzo, si stanno attrezzando gli spazi per l’arrivo, previsto venerdì, di una parte dei 40 profughi accolti provvisoriamente dalla Casa della Carità di Milano martedì.

Nel resto della provincia 10 profughi hanno trovato inoltre ospitalità nel pensionato Botticelli di Lissone, 9 alla Casa Don Mezzanotti di Sesto San Giovanni, altri 10 a Casa Betania a Rozzano.

“I richiedenti asilo arrivati martedì – informa la nota - provengono dall’Africa subsahariana, in particolare dalla Costa D’Avorio, dal Mali, dal Niger e dalla Nigeria. Dopo essere sbarcati a Lampedusa sono stati inviati al Cara di Palese, nei pressi di Bari, e da lì trasferiti al centro della Croce Rossa di Bresso per essere distribuiti sul territorio lombardo nelle strutture individuate dalle Prefetture provinciali”.

“Dopo la prima accoglienza – afferma ancora Gualzetti -, grazie al contributo dei volontari, si potrà anche immaginare un aiuto che vada al di là del vitto e dell’alloggio. Penso ad esempio a corsi di italiano, per altro in alcuni casi già avviati”.

Come a Rozzano dove i 10 ospiti sono temporaneamente alloggiati nel salone dell’oratorio della parrocchia Santi Chiara e Francesco di Ponte Sesto, dal momento che il vicino centro per richiedenti asilo Casa Betania è al completo. Durante la giornata i profughi frequentano il corso attivato nei locali del centro e partecipano alle iniziative organizzate dai ragazzi della parrocchia.

“Una bella lezione di solidarietà per tutti” ha commentato il parroco, padre Mario Zaninelli, felicemente sorpreso “dalla grande disponibilità non solo dei miei parrocchiani, ma anche dai rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine”.