Vedere Federica Pellegrini due volte sul podio ai mondiali di nuoto di Kazan è stato emozionante. Emozionarsi per le emozioni altrui è una caratteristica del genere umano, prima ancora che del tifoso sportivo e del "matto per lo sport". Si chiama compassione o con un termine più attuale empatia, una sorta di sintonizzazione tra stati d'animo.
E proprio con la gestione delle emozioni Federica ha avuto in passato qualche problemino. La ricordiamo qualche anno fa interrompere una gara importante per un "malore": il cuore in gola, il respiro leggero e frequente, la testa pesante, braccia e gambe prima di fuoco e poi di ghiaccio... la corsia che si fa piccolissima e spunta una irrefrenabile voglia di scappare. Impossibile continuare: la resa!! Forse il ritiro dall'attività agonistica. Accertamenti specialistici, elettrocardiogramma con prova da sforzo, ecocolordoppler cardiaco e dei vasi epiaortici.
Tutto negativo: bene! Anzi male: lo spettro degli attacchi di panico. La paura di sentirsi male, di morire, di impazzire, la paura della paura, la paura di perder il controllo di sé e delle situazioni. L'attacco di panico è una condizione assai frequente, in maniera isolata può cogliere chiunque stia affrontando una situazione nuova ed imprevedibile senza le giuste risorse: perdersi in un bosco, ricevere una notizia sorprendente, rivivere un trauma psicologico, partecipare alla gara della vita.
In un numero epidemiologicamente rilevante l'attacco di panico diventa uno scomodo compagno di vita che condiziona determinando comportamenti di evitamento di situazioni anche semplici. Due delle principali risorse che le persone utilizzano per gestire le situazioni sconosciute sono la previsione ed il controllo. Man mano che utilizziamo queste funzioni della mente ci sentiamo maggiormente a nostro agio, più forti. Sono le doti di una fuoriclasse dello sport come Federica, tutta programmazione e sacrificio, ma anche tutto cuore.
Ebbene programmazione della mente e forza di cuore sono il mix per la riuscita di ogni gara tanto nello sport quanto nella vita. Ogni volta che la componente di controllo razionale prevale sull'istintività del cuore qualcosa può incepparsi nella magnifica macchina dell'uomo. Il controllo allora sembra non bastare mai, c'è sempre qualcosa che sfugge, l'imponderabile. Forse è proprio quella parte emotiva del cuore che da motore della motivazione diventa freno implacabile.
Federica ha saputo accettare il problema, parlarne pubblicamente senza vergogna, farsi aiutare nel modo giusto con un breve periodo di trattamento farmacologico compatibile con le regole dell'antidoping e poi con la capacità psicologica di riappropriarsi del proprio equilibrio. Oggi è invincibile... o quasi. Si confronta serenamente con il proprio limite (e che limite!).
Programma, controlla, accetta le sconfitte e si gode le vittorie: oggi è una vera campionessa che convive con quelle risorse che insieme sono la sua forza ed il suo tallone d'Achille. È il messaggio che oggi Federica Pellegrini manda a tutti coloro che hanno sperimentato un attacco di panico o che lo incrociano nella propria vita con una frequenza condizionante. Vincere due medaglie d'argento ai mondiali è certamente meno importante che vincere le proprie paure.