GUADALAJARA, venerdì, 2 settembre 2005 (ZENIT.org-El Observador).- Tra i tredici martiri messicani che verranno beatificati il 20 novembre, in base a quanto ha annunciato il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo di Guadalajara, figura Anacleto González Flores, fondatore dell’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana (ACJM) in questa città.

Questo martire della persecuzione religiosa messicana fondò anche l’Unione Popolare, meglio nota come “U”, un movimento operaio, femminile, contadino e popolare che si dedicava alla promozione della catechesi e si opponeva attivamente prima al Governo locale e poi a quello federale a causa delle loro misure di repressione delle libertà religiose.

Anacleto González Flores, conosciuto come “il maestro Cleto”, è stato un leader laico molto famoso tra il 1915 e il 1927, anno del suo martirio ad opera dell’esercito federale, allora acerrimo persecutore dei cattolici messicani agli ordini del Presidente della Repubblica, Plutarco Elías Calles.

Per il fatto di propugnare il pacifismo e la non violenza in un periodo in cui il Messico affrontava un conflitto armato – noto come la “Guerra Cristera” (1926-1929) –, Anacleto González Flores era chiamato il “Gandhi messicano”.

Sposato e padre di due figli, Anacleto González Flores era nato a Tepatitlán, Jalisco, nel luglio 1888. Le sue origini erano molto umili. Figlio di un tessitore che combatteva contro la dipendenza dall’acool, svolse i lavori più disparati prima di laurearsi in Giurisprudenza nel 1921, a 33 anni. In precedenza era stato seminarista e postulante presso il seminario di San Juan de los Lagos e quello di Guadalajara.

Il suo processo di beatificazione è stato aperto in maniera ufficiale e solenne il 15 ottobre 1994 nel Santuario di Guadalupe di Guadalajara, al cui interno, precisamente nell’angolo rivolto a nord dell’intersezione della navata centrale, riposano i suoi resti mortali.

Sul luogo accorrono molti fedeli che, per tradizione, venerano la memoria di questo martire della fede cattolica in Messico.

Nel 1925 “il maestro Cleto” ricevette da Papa Pio XI la Croce “Ecclesia et Pontifice” per la sua opera di evangelizzazione a favore dei più bisognosi e di difesa della religiosità dei fedeli messicani.

Anacleto González Flores evitò fino all’ultimo di legare l’Unione Popolare alla Lega Nazionale per la Difesa della Libertà Religiosa, che aveva dichiarato guerra al Governo di Calles nel 1926.

Trascinato dagli eventi, tuttavia, dovette accettare il fatto che la sua organizzazione passasse alla fase della lotta armata, il che gli costò l’arresto il 31 marzo 1927 e il martirio e la morte il giorno successivo, venerdì 1° aprile. Aveva 38 anni.

I suoi aguzzini lo appesero per i pollici e poi, con la punta della baionetta, gli provocarono delle ferite perché rivelasse dov’erano nascosti l’Arcivescovo di Guadalajara, monsignor Francisco Orozco y Jiménez, e altri leader della rivoluzione “cristera”.

Alla fine la baionetta gli penetrò il cuore e morì. Mentre i suoi compagni di lotta e di martirio vennero fucilati nel cortile della stessa prigione.