È stata pubblicata nei giorni scorsi la terza edizione del messale romano in lingua araba per le domeniche e i giorni festivi, frutto del lavoro condotto dalla commissione liturgica del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini.
Come spiega un comunicato del Patriarcato, ripreso da L'Osservatore Romano, si tratta di un volume di 650 pagine che contiene le antifone, le letture e le orazioni. Scopo di questi libri liturgici è di aiutare i fedeli nella loro partecipazione alla Messa e, più in generale, nella loro vita liturgica.
Nella sua introduzione al volume, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Fouad Twal, invita i cristiani a "possedere questo libro, a conservarlo in un luogo visibile della casa e a leggerlo frequentemente". "Quando partecipate alla messa siate come le vergini sagge che venivano alle nozze con le loro lampade piene d’olio. Quest’olio è, per voi, la Parola di Dio", dice il presule.
Il messale romano concepito per l’uso dei fedeli contiene la Parola di Dio, la buona novella che mons. Twal descrive così: "Non solamente idee e verità su Dio. Oppure promessa di beni materiali o spirituali. O un insieme di comandamenti e di regole morali per organizzare la vita umana e sociale. La buona novella è una persona che ci ha amato e ha dato la sua vita per noi, affinché otteniamo la libertà, la salvezza, la gioia".
"È Gesù — prosegue il patriarca di Gerusalemme dei Latini — il Verbo di Dio, incarnato nel seno della Vergine Maria. Quanto a noi, i fedeli, prima ancora di essere 'popolo del libro' noi siamo coloro che seguono il Cristo, siamo suoi discepoli e suoi amici, di Lui che è la Parola viva di Dio".