LA PAZ, lunedì, 13 febbraio 2006 (ZENIT.org).- La diocesi di La Paz, nello Stato messicano della Bassa California, ha deciso di chiudere circa 200 chiese fino al prossimo mese di marzo.

La decisione è stata comunicata questo fine settimana dal Vescovo diocesano, monsignor Miguel Ángel Alba Díaz, come protesta contro le profanazioni della Cattedrale di La Paz, del Santuario di Guadalupe e di due parrocchie della città di Comondú.

Secondo il comunicato del Vescovo Alba Díaz – che ha partecipato da poco al Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia –, la diocesi di Nostra Signora di La Paz ha deciso di chiudere alla preghiera e alla visita dei fedeli circa 200 cappelle e chiese nel territorio della Bassa California (nel nord-ovest del Paese) e di far tacere le campane per un mese.

Questa azione senza precedenti nello Stato della Bassa California non prevede la sospensione dei culti. Il 3 marzo prossimo riapriranno alla preghiera e alla visita dei fedeli le chiese e le cappelle diocesane, secondo quanto reso noto da monsignor Alba Díaz e riportato dal quotidiano “Milenio”.

“Decretiamo che ogni venerdì, fino al 3 marzo, si celebrino nella Cattedrale una Messa e un’Ora Santa per tutti i peccati commessi nella diocesi contro la Santa Eucaristia, solo il venerdì si celebreranno Messe nelle chiese alle 7 di sera e le attività del decanato saranno sospese fino alle 19.00 di giovedì 2 marzo, quando si svolgerà una Veglia di Preghiera per tutta la notte come culmine del primo venerdì di Quaresima”, ha affermato il Vescovo nel suo comunicato.

Come in buona parte del Messico, il furto di oggetti sacri e di culto, così come di arte sacra, sta avendo luogo a La Paz alla luce del giorno. Una settimana fa è stato rubato il Tabernacolo della Cattedrale, insieme al Calice e al Santissimo Sacramento dall’altare. Quest’ultimo è stato rubato tra le due e le quattro di pomeriggio di domenica scorsa.

“Questo sacrilegio – ha sottolineato monsignor Alba Díaz – è un peccato grave, che se è stato commesso da cattolici il Diritto Canonico sanziona con pene riservate alla Sede Apostolica, se commesso da persone non cattoliche, al di là del fatto che si tratta di un crimine grave, rappresenta un forte e doloroso affronto a quanto di più sacro c’è nel nostro credo”.

Il Messico è uno dei primi tre Paesi dell’America Latina per furti in chiese e cappelle. Finora le forze di polizia non sono state in grado di porre un freno a questo gravissimo fenomeno.