“Tutti, in Italia e in Europa, parlano di crescita, ma senza figli non c’è crescita, c’è un popolo che muore di vecchiaia”. Con questa considerazione inizia il testo della petizione lanciata sulla piattaforma CitizenGo dall’Associazione Giovanni XXIII, che chiede al presidente del Consiglio Matteo Renzi una efficace iniziativa finanziaria per aiutare le neo-mamme.
L’Associazione cita l’ultima relazione Istat, che fotografa un inverno demografico, in Italia, che è il più rigido della storia. Nel 2013 sono nati 514mila bambini, allo stesso tempo la propensione ad avere figli scende ulteriormente a 1,39 figli per donna, accentuando un divario con la media europea di 1,58.
Secondo l’Associazione, servono investimenti da parte della politica per cambiare rotta. “La misura del bonus bebè prevista dal Governo Renzi è insufficiente: 80 euro al mese servono a comperare al massimo qualche confezione di pannolini”, si legge nel testo.
Ciò che si propone è invece di abbandonare quelle che vengono definite “elemosine alle famiglie” a vantaggio di una misura che consisterebbe in “uno stipendio in più in famiglia, gestito dalle mamme”, che può essere utilizzato per “le cose necessarie e farà ripartire anche un’economia sana perché legata ai bisogni essenziali della famiglia”.
Si tratterebbe di 800€ al mese per i primi tre anni di vita del bambino, da erogare alle mamme che hanno un reddito familiare sotto una certa soglia Isee e residenti in Italia da almeno tre anni. L’Associazione stima anche i costi dell’iniziativa: 14miliardi di euro l’anno. Cifra che potrebbe essere coperta attraverso quattro operazioni:
- 3 miliardi: da erogazioni attuali dell’Inps a favore della maternità. I trattamenti economici a favore della maternità ammontano nel 2013 a circa 3 miliardi. Questo importo potrebbe andare a finanziare lo stipendio alle mamme, in modo da evitare sovrapposizioni tra i due contributi.
- 5 miliardi: da rimodulazione Bonus 80 euro. In un’ottica di sostegno alla natalità si potrebbero escludere dal bonus i single e le coppie senza figli a carico, che attualmente sono circa la metà dei beneficiari. In questo modo si recupererebbero circa 5 miliardi di Euro.
- 1 miliardo: taglio dei costi della politica. Secondo un rapporto Uil del dicembre 2013 i costi della politica in Italia ammontano a 23,2 miliardi, pari all’1,5% del Pil. Una spesa superiore alle politiche a sostegno della famiglia, pari all’1,2% del Pil. Basterebbe anche solo un taglio agli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali per recuperare agevolmente almeno 1 miliardo.
- 5 miliardi: tassazione delle transazioni finanziarie. Oggi sono tassate le rendite finanziarie, cioè il guadagno dato dal possesso del bene finanziario, e non le transazioni finanziarie. Si stima che introducendo la tassazione di ogni transazione finanziaria con un'aliquota dello 0,05% si potrebbero recuperare almeno 5 miliardi di euro.