CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 2 giugno 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nella sera del 31 maggio scorso, al termine dlela Celebrazione della Parola, svoltasi presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, a conclusione del mese di maggio.

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Cari fratelli e sorelle,

ho la gioia di unirmi a voi al termine di questo suggestivo incontro di preghiera mariana. Chiudiamo così, davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, il mese di maggio, caratterizzato quest’anno dall’accoglienza dell’effigie della Madonna di Fatima in Piazza San Pietro, nel 25° anniversario dell’attentato all’amato Giovanni Paolo II, e segnato anche dal viaggio apostolico che il Signore mi ha dato di compiere in Polonia, dove ho potuto visitare i luoghi cari al grande mio Predecessore. Di questo pellegrinaggio, del quale ho parlato questa mattina nell’udienza generale, mi torna ora in mente, in modo particolare, la sosta nel santuario di Jasna Góra a Częstochowa, dove ho compreso ancor più quanto la nostra celeste Avvocata accompagni il cammino dei suoi figli, e non lasci inascoltate le suppliche che a Lei vengono rivolte con umiltà e fiducia. Desidero ringraziarLa ancora una volta insieme a voi per avermi accompagnato durante la visita nella cara terra di Polonia. Voglio anche esprimere a Maria la mia gratitudine per il sostegno che mi offre nel quotidiano servizio alla Chiesa. So di poter contare sul suo aiuto in ogni situazione; anzi so che Lei previene con intuito materno ogni necessità dei suoi figli e interviene efficacemente per sostenerli: questa è l’esperienza del popolo cristiano fin dai suoi primi passi a Gerusalemme.

Nell’odierna festa della Visitazione, come in ogni pagina del Vangelo, vediamo Maria docile ai disegni divini e in atteggiamento di amore previdente verso i fratelli. L’umile fanciulla di Nazaret infatti, ancora sorpresa per quanto l’angelo Gabriele le ha annunciato – che cioè sarà la madre del Messia promesso - apprende che pure l’anziana parente Elisabetta attende un figlio nella sua vecchiaia. Senza indugio si pone in cammino, nota l’evangelista (cfr Lc 1,39), per raggiungere “in fretta” la casa della cugina e mettersi a sua disposizione in un momento di particolare bisogno.

Come non notare che, nell’incontro tra la giovane Maria e l’ormai matura Elisabetta, il nascosto protagonista è Gesù? Maria lo porta nel suo seno come in un sacro tabernacolo e lo offre come il dono più grande a Zaccaria, alla moglie di lui Elisabetta ed anche al bimbo che si sta sviluppando nel grembo di lei. “Ecco – le dice la madre di Giovanni Battista – appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1,44). Dove giunge Maria è presente Gesù. Chi apre il suo cuore alla Madre incontra ed accoglie il Figlio ed è invaso dalla sua gioia. Mai la vera devozione mariana offusca o diminuisce la fede e l’amore per Gesù Cristo nostro Salvatore, unico mediatore tra Dio e gli uomini. Al contrario l’affidamento alla Madonna è una via privilegiata, sperimentata da tanti santi, per una più fedele sequela del Signore. A Lei, dunque, affidiamoci con filiale abbandono!

Con questi sentimenti saluto cordialmente ciascuno di voi, Signori Cardinali, venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, ed anche voi, cari religiosi e religiose, cari fedeli laici che non avete voluto mancare a questo annuale appuntamento di fine maggio. Vorrei raccomandare alla vostra preghiera segnatamente la Veglia, che la sera di sabato prossimo si terrà in Piazza San Pietro con i Movimenti e le nuove Comunità laicali, queste promettenti realtà che sono fiorite nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. La materna intercessione della Regina dei Santi ottenga per tutti i discepoli di Cristo il dono di una fede salda e di una invitta testimonianza evangelica. A voi tutti la mia Benedizione, che estendo volentieri alle persone a voi care, specialmente agli ammalati, agli anziani e a quanti si trovano in difficoltà.

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