ZHENG DING, mercoledì, 27 settembre 2006 (ZENIT.org).- Lunedì è stato liberato, dopo più di dieci mesi di sequestro da parte della polizia per “sessioni di studio”, il Vescovo cattolico “clandestino” della diocesi di Zheng Ding (nella provincia cinese dell’Hebei), monsignor Julius Jia Zhiguo.
Si calcola che dal gennaio 2004, questo sia l’ottavo o nono arresto di monsignor Jia Zhiguo.
Il Governo cinese permette la pratica religiosa nel Paese solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati preso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’“Associazione Patriottica” (AP), il cui statuto prevede la creazione di una Chiesa nazionale separata dalla Santa Sede.
Da questo deriva la differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi al suddetto controllo per obbedire direttamente al Papa, formando così la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.
L’Hebei è la regione cinese con la più alta concentrazione di cattolici, oltre un milione e mezzo, per la gran parte “clandestini”.
L’agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere “AsiaNews” ha confermato il rilascio del presule, che è tornato alla sua residenza e può anche ricevere visite da parte dei sacerdoti della sua diocesi, mentre in passato doveva rimanere in isolamento in casa.
Il Vescovo di Zheng Ding è stato arrestato l’8 novembre scorso. Fonti locali citate dall’agenzia del PIME sostengono che durante quest’ultimo arresto il presule abbia subito interrogatori e pressioni per aderire all’AP.
La diffusione di una notizia sulla presunta liberazione di monsignor Jia Zhiguo, avvenuta pochi mesi fa, non corrispondeva a verità. Il Vescovo cattolico era stato trasferito per una cura urgente in un ospedale dell’Hebei, dove è rimasto controllato giorno e notte, hanno confermato le fonti di “AsiaNews”.
Consacrato Vescovo nel 1980, il presule ha 72 anni; ha vissuto quasi tutto il suo ministero episcopale agli arresti domiciliari e circa vent’anni in prigione. Nella sua casa si occupa di un centinaio di orfani handicappati.
Da Zheng Ding una fonte di “AsiaNews” assicura che la liberazione del presule si deve “alle vostre preghiere e alle vostre denunce attraverso i media”.
ULTIME NOTIZIE
Sep 27, 2006 00:00