La “Supplica alla Regina del Santo Rosario” di Pompei è una preghiera composta nel 1883 dal Beato Bartolo Longo, fondatore della città di Pompei, del Santuario e delle Opere di Carità ad esso annesse.

Bartolo Longo, avvocato, originario di Latiano (BR), giunse a Pompei nel 1872, come amministratore delle proprietà della Contessa Marianna Farnararo, vedova del Conte Albenzio De Fusco. Qui, dopo un periodo dedito allo spiritismo, cui fu iniziato in ambiente accademico, a Napoli, il giovane avvocato si convertì. Girando per le campagne del luogo, sentì salirgli dal cuore un dubbio: come avrebbe fatto a salvarsi dopo le esperienze poco edificanti del passato? Era mezzogiorno e al suono delle campane si accompagnò una voce “Se propaghi il Rosario sarai salvo”. Capì, dunque, la sua vocazione e decise che non avrebbe lasciato Pompei senza aver diffuso il culto alla Vergine. Così cominciò la sua straordinaria opera di catechizzazione dei contadini, insegnando loro a leggere e scrivere con le preghiere, ristrutturò la chiesetta parrocchiale del Santissimo Salvatore e cominciò a costruire, su consiglio del Vescovo di Nola, una nuova Chiesa dedicata alla Madonna del Rosario. Intorno al nascente Santuario, Longo fondò numerose opere sociali che avrebbero dato accoglienza agli ultimi della società, soprattutto bambini e adolescenti orfani o abbandonati, o figli di carcerati.

Il 13 novembre del 1875 giunse a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario. Da Napoli e, poi, via via da tutto il mondo, cominciarono a giungere offerte per la costruzione del nascente Santuario. Nel frattempo Bartolo Longo cominciò a diffondere preghiere e pie devozioni, componendo, poi, nel 1883, anche la Supplica.

Inizialmente la preghiera fu intitolata “Atto d’amore alla Vergine” poi cambiato in “Supplica alla potente Regina del SS.mo Rosario di Pompei”. Il testo ha avuto nel tempo vari ritocchi, prima della formula attuale.

La Supplica viene recitata solennemente due volte l’anno, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’otto maggio del 1915, la preghiera fa il suo ingresso in Vaticano: alle 12.00 di quel giorno, Benedetto XV e i dignitari vaticani la recitarono nella cappella Paolina. Da allora la tradizione è continuata con i Pontefici successivi.

Il Beato definì la Supplica “Ora del Mondo” in ragione del fatto che, contemporaneamente, in diverse parti della terra, milioni di fedeli si ritrovano per recitarla. La Supplica, negli anni, è stata, infatti, tradotta in decine di lingue, dall’inglese al russo, dall’armeno all’urdu, dal maltese al tamil, ecc.

La devozione alla Madonna di Pompei, come è noto, è diffusa in tutto il mondo grazie soprattutto agli emigranti che prima di imbarcarsi dal porto di Napoli, passavano da Pompei e Bartolo Longo regalava loro un quadro della Madonna assieme a corone del Rosario, immaginette e libretti di preghiere.

Nel mondo sono nate così moltissime chiese, parrocchie e santuari dedicati alla Madonna di Pompei. Non si contano, inoltre, le Associazioni e le Confraternite a Lei dedicate. Solo negli Stati Uniti ci sono ben 20 chiese intestate alla Madonna di Pompei: a New York, Chicago, Providence, Lancaster, etc. Altrettante ce ne sono in Canada: a Montreal, a Vancouver, etc. Se ne trovano anche in Argentina, Brasile, Venezuela e Uruguay. Ognuna di queste organizza numerose attività per promuovere il culto e la devozione alla Madonna.