Il Sacro Cuore di Gesù è “una sintesi di tutto il mistero della nostra redenzione”. Così lo definiva Pio XII nell’enciclica Haurietis aquas (1956). Santa Margherita Maria Alacoque, a cui è legata la devozione al Cuore di Gesù, nasce proprio il 22 luglio di qualche secolo fa. È il 1647 quando viene alla luce, quinta di sette figli, in una famiglia borghese di Verosvres, in Borgogna (Francia). Animata da grande religiosità e da un profondo amore per Gesù, in seguito a una guarigione miracolosa che la santa attribuisce alla Madonna, decide di prendere i voti per diventare una sua Figlia.
Una sera, mentre guarda il ritratto di San Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria, comprende che il Signore vuole destinarla a quella comunità. Così, nonostante l’opposizione dei familiari, nel 1671 entra nel Monastero della Visitazione a Paray-Le-Monial, nel nord della Borgogna. Qui i colloqui di Margherita con Gesù si intensificano, non sempre si sa con chiarezza se attraverso locuzioni interiori o apparizioni.
La prima delle tre rivelazioni avviene il 27 dicembre 1673. Dalla sua Autobiografia apprendiamo che, mentre è davanti al Santissimo, si sente investita della presenza di Gesù, che la fa riposare sul Suo petto e le rivela: “Il mio Divin Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che non potendo contenere in se stesso le fiamme del suo ardente amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò, e che contengono le grazie in ordine alla santità e alla salvezza necessarie per ritrarli dal precipizio e dalla perdizione”. Lei vede il Sacro Cuore “come in un trono di fiamme” e con i segni della Passione: sormontato dalla croce, con la “piaga adorabile”, circondato da una corona di spine. Con questa prima apparizione Gesù utilizza l’immagine del Cuore di carne per manifestare agli uomini l’amore ardente e regale che nutre nei loro confronti, ma che al tempo stesso soffre per i loro peccati, per l’ingratitudine con cui viene ricambiato. I devoti del Sacro Cuore sarebbero stati arricchiti dei “divini tesori” e avrebbero beneficiato di questo ulteriore strumento di redenzione per ottenere misericordia e salvarsi. Ovunque la santa immagine fosse stata posta per essere onorata, sarebbero sgorgate grazie e benedizioni.
La seconda rivelazione avviene nel 1674, probabilmente il 2 luglio, giorno della festa della Visitazione. Cristo appare “splendente di gloria, con le sue cinque piaghe sfolgoranti come cinque soli”. Come ogni primo venerdì del mese, Gesù offre a Margherita la visione del Sacro Cuore e, assieme alle meraviglie del suo amore, le svela anche le sue amarezze: “Questo mi fa soffrire più di tutto ciò che ho patito nella mia Passione, mentre se, in cambio, mi rendessero almeno un po’ d’amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece non ho dagli uomini che freddezze e ripulse alle infinite premure che mi prendo per far loro del bene”. Chiede quindi alla santa una specie di riparazione a quanto patito, ricevendo l’Eucarestia i primi venerdì del mese o facendo l’Ora Santa, così da poter chiedere misericordia per i peccatori.
La terza rivelazione, definita la Grande Rivelazione, ha luogo sempre davanti al Santissimo, nel 1675, durante l’ottava del Corpus Domini. Gesù parla ancora di ingratitudine, disprezzo al Suo Cuore, freddezze nel dispensare e ricevere l’Eucarestia. “Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano dei cuori a me consacrati, che mi trattano così”, afferma con esplicito riferimento ai sacerdoti. Come riparazione, Gesù chiede “che il primo venerdì del mese dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicata a una festa particolare per onorare il mio cuore, ricevendo in quel giorno la santa comunione, e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari”. Tra le promesse che Gesù fa a quanti si consacreranno al suo Cuore, che è “la scorciatoia per giungere alla perfezione”, ci sono la garanzia che non si perderanno, l’abbondanza di grazie, l’unione e la protezione delle famiglie.
Alle Figlie della Visitazione e ai padri gesuiti è stato affidato dallo stesso Cuore il compito di diffonderne il culto, che nel corso dei secoli si è sviluppato fino a culminare in due avvenimenti importanti: la consacrazione di tutta l’umanità al Sacro Cuore di Gesù e la proclamazione solenne della festa liturgica di Cristo Re.