È tornato uno degli storici appuntamenti del Natale romano: l’Esposizione Internazionale “100 Presepi”, che resterà aperta fino al 6 gennaio, inclusi i festivi, presso le Sale del Bramante in Piazza del Popolo. Giunta alla sua 38ª edizione, la mostra venne ideata dal giornalista Manlio Menaglia, convinto dell’importanza di tramandare i valori del passato e l’amore per una tradizione tipicamente italiana. I presepi di quest’anno provengono da 11 regioni d’Italia e da 30 Paesi del mondo: culture diverse si incontrano per rappresentare il tema della Natività in un trionfo di creatività e colori. ZENIT ha intervistato la dottoressa Mariacarla Menaglia, curatrice dell’Esposizione Internazionale.

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Quali sono le novità dell’edizione 2013?

Mariacarla Menaglia: Sono 183 le novità. Infatti sono esposte 183 opere presepiali tutte nuove, realizzate appositamente per questa 38° edizione di “100Presepi”. C’è una varietà sorprendente in quanto oltre ai presepi creati secondo le tradizioni, la cultura e il folklore del territorio di appartenenza, sono esposti anche presepi di fantasia che suscitano molto interesse tra il pubblico. E’ diventata un’esposizione di artigianato mondiale sul tema della Natività.

Qual è il presepe più originale che ricorda di aver visto in questi 38 anni di esposizioni?

Mariacarla Menaglia: E’ difficile rispondere a questa domanda perché in 38 anni si sono avvicendati numerosi presepi originali, frutto di una fantasia e manualità che solo gli artigiani possono realizzare. Nei primi anni, quando ancora il curatore era mio padre, Manlio Menaglia, un presepe mi colpì molto: era il retro di una 500 dove tutti i personaggi, in movimento, erano fatti con parti del motore, con candele, dischi dei freni ecc. Da quando curo io questo evento c’è stato un susseguirsi di presepi originali e la cosa più interessante è che tutti indistintamente, pur utilizzando i materiali più disparati, mantengono intatta la sacralità dell’opera.

Nella maggior parte delle opere esposte, si nota la forte impronta della cultura di appartenenza. Dai presepi in stile classico del ‘700 napoletano, a quelli con la Sacra Famiglia in versione esquimese, peruviana o filippina. Quanto incide il rapporto tra sacro e folklore popolare nella buona riuscita di un presepe? 

Mariacarla Menaglia: Il presepe è espressione della cultura del territorio di appartenenza. Ci si può stupire nel vedere un Bambino Gesù con gli occhi a mandorla o di colore, in quanto quando si parla di “presepe” si pensa subito a quello napoletano. È una convinzione errata, in quanto ogni regione italiana e ogni Paese estero ha le sue tradizioni, cultura e folklore, come ho già detto, e tutto ciò si trasmette nell’opera presepiale. La tradizione del presepe napoletano è molto forte, grazie a Carlo III di Borbone, ma non è l’unica. Per esempio, in Italia molte altre regioni hanno un’antica cultura presepiale, come la Liguria, la Toscana, l’Abruzzo, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. Questo vale anche per gli altri paesi del mondo.

Alcuni presepi sono realizzati con i materiali più svariati, come foglie di granturco, conchiglie, posate e pasta alimentare. L’inventiva si manifesta anche nelle tecniche impiegate, che spaziano dalla scultura del legno al cake design. Dov’è il confine tra arte e artigianato?

Mariacarla Menaglia: Il confine è molto inconsistente. Se vogliamo dare una definizione da “vocabolario”, arte è un’attività dell’uomo che si produce in base a conoscenze, con l’apporto di tecniche particolari e con il supporto della genialità, gusto e fantasia personale. L’artigiano è colui che esercita un’attività artistica per la produzione di beni e servizi, organizzata sul proprio lavoro, sulla propria manualità, cultura, passione. Trovo pertanto difficoltà a distinguere tra arte e artigianato, anche perché l’artigianato sta scomparendo e gli artigiani che ancora producono sono ormai così esperti che li considero dei veri artisti. Chiunque  riesca con la sua sensibilità e manualità ad esprimere in un oggetto sia esso scultura, pittura o altro manufatto, i propri sentimenti in maniera tangibile tanto da trasmetterli all’esterno, è artista o artigiano? Non vedo la differenza.

Raffigurare la Natività di Gesù significa anche suscitare emozioni. Secondo Lei, quali caratteristiche deve avere, un presepio, per esprimere al meglio il senso religioso del Natale?

Mariacarla Menaglia: Appunto suscitare emozioni! Deve creare un turbamento interiore, far capire che ci troviamo davanti a qualcosa di soprannaturale, creare un senso di pace e far comprendere che rappresenta “la Famiglia”.

Il Natale è una festa sentita soprattutto dai bambini, che sono i destinatari de “Il Presepe come Gioco”, un laboratorio in cui offrite ai bambini tra i 4 e i 10 anni la possibilità di costruire un personaggio del presepe, da portare poi a casa. In questi dodici anni di laboratorio, qual è il personaggio più richiesto dai bambini?

Mariacarla Menaglia: Senza dubbio, la Madonna.