Al termine della catechesi dell'Udienza generale del mercoledì, il Papa ha salutato i fedeli presenti in piazza San Pietro nelle diverse lingue. In particolare, il Santo Padre ha rivolto un pensiero "a quei Paesi dell’Africa che stanno soffrendo a causa dell’epidemia di ebola". "Sono vicino alle tante persone colpite da questa terribile malattia - ha detto -. Vi invito a pregare per loro e per quanti hanno perso così tragicamente la vita. Auspico che non venga meno il necessario aiuto della Comunità Internazionale per alleviare le sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle". Ha chiesto quindi di pregare la Madonna per questi fratelli malati e, insieme a tutti i presenti, ha recitato un'Ave Maria.
Rivolgendosi invece ai pellegrini di lingua araba, in particolare quelli provenienti da Giordania e Medio Oriente, il Santo Padre ha sottolineato che "la testimonianza a Cristo appare, in alcuni posti, difficile e pericolosa, e potrebbe costare, in alcuni momenti, perfino la vita"; tuttavia, ha assicurato, "se la viviamo con fedeltà, con perseveranza e con fede in 'Colui che ha vinto la morte', si trasforma in una fonte inesauribile di gioia e di beatitudine". "Cristo non dimentica mai i suoi discepoli fedeli", ha affermato infatti il Pontefice e ha quindi incoraggiato i giovani arabi ad essere sempre "sempre testimoni autentici di Cristo e della verità"; "causa di riconciliazione e di unità"; "testimoni della giustizia, della pace e della carità".
Ai pellegrini polacchi, il Papa ha ribadito poi la gratitudine "per il sostegno spirituale durante il pellegrinaggio in Albania". "Dopo gli anni del regime ateo, delle persecuzioni, questo paese gode oggi di una pacifica coesistenza tra i fedeli delle diverse religioni", ha rimarcato, auspicando che essa "sia esso un segno per le altre nazioni che vivono in stato di guerra affinché rinuncino all’odio e, nel dialogo reciproco, trovino le strade della riconciliazione".
Infine, nei saluti in lingua italiana, Papa Francesco ha ricordato che sabato scorso, a Como, è stata proclamata Beata suor Giovannina Franchi, fondatrice delle Suore Infermiere dell’Addolorata. "Il suo esempio - ha aggiunto - susciti in tanti il desiderio di unire una profonda vita spirituale con un generoso servizio verso gli ammalati, prediligendo i più poveri".
Un saluto è andato anche ai Piccoli Fratelli di Gesù e i Missionari della Fede, in occasione dei rispettivi Capitoli Generali; ai partecipanti al Corso di formazione promosso dal Centro di animazione missionaria e ai membri del Movimento per un mondo migliore.
Infine parlando ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, il Pontefice ha concluso: "Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Lino Papa. Il suo amore alla Chiesa, in epoca di forti persecuzioni contro i cristiani, ispiri la vita spirituale di ciascuno: impariamo ad affrontare con coraggio anche i momenti di avversità, convinti che il Signore non fa mai mancare il suo sostegno e la sua grazia a ciascuno dei suoi figli. Grazie!".