Il 24 aprile 2014 alle ore 17.00 la Chiesa Armena di San Nicola da Tolentino, come ogni anno, ha accolto intorno al proprio Santo Altare gli armeni di Roma insieme ai numerosi amici italiani, che in questo giorno di memoria si uniscono alla comunità armena per commemorare la dolorosa pagina della storia armena.
Quest’anno, nella ricorrenza del 99° Anniversario del Genocidio Armeno, ha onorato della sua presenza il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, insieme a mons. Maurizio Malvestiti, Sottosegretario della Congregazione per le Chiese Orientali ed al Segretario il Rev.mo don Flavio Pace.
Alla Celebrazione erano presenti anche Sagris Ghazaryan, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica d’Armenia in Italia, Rappresentanti dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede, così anche rappresentanti diplomatici di altri paesi accreditati presso la Santa Sede e presso la Repubblica Italiana.
La Santa Messa in rito armeno ufficiata da mons. Georges Dankaye Noradounguian, rettore del Pontificio Collegio Armeno e pocuratore della Chiesa Armena Cattolica presso la Santa Sede, è stata concelebrata dai numerosi sacerdoti presenti, quali rappresentanti delle Chiese Orientali e della Chiesa Latina, ed accompagnata dal coro “Nostra Signora di Narek” della Chiesa Armena di S. Nicola da Tolentino.
Nella sua riflessione mons. Noradounguian prendendo spunto da una riflessione del passo Biblico della Genesi “Cerco i miei fratelli” [Gen. 37, 16], affermando che solo attraverso la “Verità” ci sarà la libertà e la riunificazione di tutti i fratelli armeni, e soltanto con e attraverso la Verità ci si potrà riunificare anche con il popolo artefice della strage.
«“Cerco i miei fratelli” è soprattutto il grido di tutti gli armeni verso i fratelli con i quali in passato hanno vissuto fianco a fianco, lavorato gomito a gomito, costruito e sognato, perché oggi, dopo 99 anni, trovino il coraggio di accettare la verità, per darci reciprocamente una mano ad uscire dalla “cisterna” nella quale siamo gettati da novantanove anni», ha detto Noradounguian.
Ed ha aggiunto: «I tre giorni di Gesù nella tomba sono seguiti dalla Sua Trionfante e Gloriosa Risurrezione! Dalla cisterna di Giuseppe è nata una nuova speranza per il suo popolo. I tredici anni di San Gregorio Illuminatore nella fossa di Khor Virap, hanno portato un'intera nazione alla fede in Cristo, fonte di Verità, Via e Vita! Dai 100 anni di pianto e lamentazione, uscirà una nuova speranza per il popolo armeno?».
L'auspicio del rettore del Pontificio Collegio Armeno è dunque che «il nostro incontro e la nostra preghiera possano aiutarci a superare ad assolvere il tradimento dei fratelli, per ricordare l'opera di Dio nella nostra storia fino al grande giorno dell'incontro fra tutti i fratelli al cospetto di Dio, unico Padre di tutto il creato». Un messaggio di speranza, quello proposto da Mons. Noradounguian, che alle porte del centesimo anniversario dello sterminio, auspica una riappacificazione con i “fratelli”.
Prima di impartire la benedizione, il cardinale Sandri ha espresso, nel suo intervento, la solidarietà e vicinanza della Santa Chiesa di Roma al popolo armeno e, condividendo il messaggio di pace e speranza espressa da Mons. Noradounguian, ha sottolineato che questa è indubbiamente la via giusta da seguire per la Verità e la riunificazione: «Una commemorazione carica di speranza quella che oggi si è svolta a Roma, in questa chiesa, all'ombra della canonizzazione di due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, che hanno fatto della ricerca della pace e della riunificazione il loro ministero principale».
Alla conclusione della Celebrazione Eucaristica tutti i presenti, in processione hanno raggiunto il Khach kar – Croce di pietra nel cortile della chiesa, davanti al quale sono state deposte le corone e dove il Cardinale Sandri ha ufficiato la funzione funebre per le anime dei martiri.
Prima dell’impartizione della benedizione finale, Mons. Noradouguian ha invitato l’Ambasciatore della Repubblica d’Armenia per dare il suo messaggio in questo giorno significativo. L’Ambasciatore nel suo discorso ha affermato che “il nostro è un messaggio di pace” un messaggio, ha ribadito l’Ambasciatore, che noi attraverso la memoria e la lotta contro il negazionismo vogliamo testimoniare e così contribuire nella costruzione della pace e prevenire il succedersi dei simili crimini.
Nel giorno della memoria, anche il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha voluto essere vicino ai propri cittadini armeni con un messaggio inviato a mons. Noradounguian nel quale sottolinea: “il Genocidio del Popolo Armeno è stata una grande ferita per la nostra Civiltà e ricordarla, con la preghiera e con la puntuale ricostruzione dei fatti storici, rappresenta un esercizio fondamentale per un futuro di coesistenza pacifica tra i popoli”, ed esprime la sua solidarietà con le seguenti parole: “Mi unisco a Voi, nel rendere omaggio ai Martiri, sicuro che soltanto grazie ad una grande volontà di conoscenza, di impegno e di riflessione quotidiani affinché queste tragedie non si ripresentino mai più, possiamo guardare avanti, per noi e per i nostri figli. Il valore universale della Pace, così, potrà continuare ad essere il Bene Primario dell’Umanità”.
Dopo la lettura della lettera del Sindaco di Roma, mons. Noradounguian ha espresso la sua gratitudine alla Congregazione per le Chiese Orientali nella persona del Prefetto per la presenza e la paterna vicinanza, le Rappresentanze Diplomatiche presenti, il Comune di Roma ed i numerosi Confratelli e fedeli presenti. Ha ringraziato inoltre per i numerosi messaggi di solidarietà e vicinanza ricevute, in particolare per la vicinanza spirituale della Chiesa Armena Apostolica d’Italia, come anche per la collaborazione - l’Unione degli Armeni d’Italia, l’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio, l’Associazione di amicizia Italo Armena - Zatik, la comunità armena di Bari, il Centro Studi e documentazione della cultura Armena di Venezia ed il Centro Studi Hrand Nazarianz di Bari.
Dopo la Benedizione finale impartita ai presenti dal cardinale Sandri, i presenti hanno reso omaggio ai martiri depositando una rosa rossa davanti al Khach kar, in segno di perenne memoria dei loro martiri. La serata commemorativa si è conclusa con un incontro nel cortile interno del collegio con un’agape fraterna offerta dal Pontificio Collegio Armeno.